L’articolazione delle consorterie mafiose nel mandamento di Gela, dove le famiglie di Cosa nostra convivono da tempo con l’organizzazione criminale della stidda appare più complessa rispetto al resto della provincia. Quest’ultima si estende nell’area meridionale della provincia con propaggini nei vicini territori dell’agrigentino e del ragusano, dove non sono mancati recenti episodi di violenza. Inoltre, la stidda agisce con un ulteriore gruppo criminale nell’area gelese, che opera come manovalanza per le organizzazioni più consolidate. La peculiarità della criminalità in questa zona è il reclutamento di soggetti molto giovani, che, dietro ricompense in denaro, si prestano ad azioni anche cruente. Una riprova di questa propensione alla violenza, nel territorio gelese, viene offerta dall’elevato numero di danneggiamenti e incendi, verosimilmente riconducibili ad intimidazioni, non solo finalizzate alla pratica delle estorsioni. Il dato già di per sé significativo, va associato alla ritrosia delle vittime a fornire elementi utili all’individuazione dei responsabili. Tra l’altro, Cosa nostra nissena non sembra rinunciare ad una certa dotazione di armi, funzionali ad attività predatorie, come l’imposizione del “pizzo”. Sul punto appare significativo il dato dei danneggiamenti di autovetture ed attività commerciali, numerosi nella prima parte del 2019 e molti attuati con incendio.
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