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«Vitamina C contro il coronavirus» Una bufala pericolosa: ecco perché

«Un grammo di vitamina C contro il coronavirus»: un audio diventato virale che è necessario smontare. Ecco perché è una falsità priva di basi scientifiche

«Vitamina C a tutti quanti: bambini, adulti e soprattutto anziani, nell’ordine di 1-2 grammi al giorno». Per difendersi dal coronavirus. Verrebbe da ridere, ma l’indicazione gira da ore insistentemente sui social, sotto forma di registrazione audio fatta da una donna non identificata. In tutte (o quasi) le chat attive su WhatsApp è stato postato il file. Alcune farmacie segnalano che nelle ultime ore i clienti sono corsi ad acquistare l’integratore, tanto da terminare le scorte. Una farmacista di Milano ha chiamato il Corriere e ci ha chiesto: «Come mi devo comportare con queste persone?».

Fake news pericolose

La risposta è semplice: la notizia è totalmente falsa, una delle tante bufale che circolano di pari passo con l’epidemia di Covid-19. Pericolosissime in una situazione di emergenza estrema. Dice il virologo dell’Università Statale di Milano, Fabrizio Pregliasco: «È ovviamente una notizia falsa. Certo, come si sa già da anni, la vitamina C ha funzione antiossidante ed è adiuvante, può aiutare, ma certo non può curare né prevenire il coronavirus». Per fare un altro esempio, aggiunge l’esperto «un’altra fake news che sta circolando in queste ore è quella che bere bevande calde e risciacquare la bocca con acqua calda aiuti a eliminare il virus. Falsa anche questa».

«Non esiste una profilassi efficace»

«Al San Gerardo di Monza, al Policlinico e al Sacco, insomma negli ospedali più infestati dal coronavirus — recita l’anonima voce femminile nel file audio — la stanno usando come terapia e i pazienti rispondono benissimo. Quindi: assunzione di vitamina C anche a scopo preventivo». «Smentisco nella maniera più assoluta — afferma Andrea Gori, direttore Malattie infettive del Policlinico di Milano —. Nessuna vitamina C, nessuna terapia con integratori. In questo momento non esiste una profilassi efficace per il coronavirus. Le cure che stiamo utilizzando sono standardizzate e condivise tra tutte le terapie intensive della Lombardia. Gli infettivologi della Regione hanno definito schemi di trattamento che derivano dai dati pubblicati, relativi ai pazienti affetti in Cina. Li abbiamo elaborati e li stiamo applicando sui nostri contagiati. Nessun ospedale fa una terapia diversa dall’altro, stiamo lavorando in rete».

Dompé Farmaceutici si dissocia

L’audio fa riferimento a «notifiche arrivate a noi ospedalieri», consiglia «una spremuta di arancio, limone e un kiwi al giorno, supplementato da una compressa da 1 grammo di Cebion che trovate nelle parafarmacie o nelle farmacie». E la stessa azienda che produce il supplemento, Dompé Farmaceutici, «si dissocia dal messaggio ingannevole diffuso attraverso alcuni social media relativo a Cebion e perseguirà le vie legali per difendere la propria reputazione». «Tale iniziativa (l’audio che circola in Rete, ndr) — si legge in una nota del gruppo — è esterna all’azienda ed è in contrasto con le norme applicabili, così come con la normativa deontologica e i principi di etica e trasparenza cui la Dompé si inspira in ogni suo comportamento. L’azienda perseguirà le vie legali per difendere la propria reputazione rispetto a coloro i quali diffondono messaggi ingannevoli che suggeriscono l’utilizzo improprio delle proprie soluzioni terapeutiche o integratori alimentari». (CORSERA)

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