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Vescovo Gisana: ecco come si regola la chiesa

Piazza Armerina – Il Vescovo della Diocesi di Piazza Armerina ha recepito la nota che la Conferenza Episcopale Italiana ha emanato, ieri 8 marzo 2020, in interlocuzione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il cui decreto sospende in via preventiva fino a venerdì 3 aprile, salvo nuove disposizioni, «le cerimonie civili e religiose, comprese quelle funebri», recepiamo quanto è affermato in modo perentorio: «Si tratta di
un passaggio fortemente restrittivo, la cui accoglienza incontra sofferenze e difficoltà nei
Pastori, nei sacerdoti e nei fedeli. L’accoglienza del Decreto è mediata unicamente dalla
volontà di fare, anche in questo frangente, la propria parte per contribuire alla tutela della
salute pubblica». Pertanto dispongo che:
1) le chiese restino aperte per la preghiera personale. I fedeli laici abbiano la possibilità di
pregare il Signore in un momento così delicato della nostra Nazione;
2) le messe, feriali e festive, siano sospese. È consentito al parroco di celebrare a porte
chiuse e ai consacrati di mantenere nelle loro comunità, con estrema discrezione, il loro
abituale ritmo di preghiera;
3) limitatamente alle indicazioni liturgiche, non si rifiuti la comunione a quei fedeli che ne
faranno richiesta, evitando che questo momento divenga un appuntamento fisso;
4) le messe di matrimonio vengano sospese. Se tuttavia, per qualche seria motivazione, la
celebrazione non può essere rinviata, si ammette a codeste condizioni:
a) la presenza di parenti più prossimi;
b) la celebrazione a porte chiuse;
c) l’osservanza della distanza tra parenti.

5) le esequie vengano celebrate con il rito della benedizione presso il cimitero o al massimo nelle case, alla presenza dei parenti più prossimi;
6) raduni, incontri, momenti di preghiera, che caratterizzano le attività pastorali di una
parrocchia o di un vicariato, siano sospese.
Chiedo a tutto il popolo di Dio, nella lungimiranza di quanto è richiesto, di collaborare con
impegno e soprattutto con quella fiducia che connota la nostra adesione al Signore; ai parroci
di mantenere la loro presenza nelle comunità parrocchiali, dando la possibilità, alla luce di
quanto è prescritto sulla distanza interpersonale, del conforto spirituale. Sono persuaso che Dio,
«amante della vita» (Sap 11,26), ci libererà da ogni male, mentre ciascuno di noi, considerata
l’emergenza, è chiamato ad essere solidale con il prossimo e fervente nell’affidarsi alla divina
provvidenza. La nostra certezza si fonda su quanto ha proferito Gesù agli apostoli: «io sono con
voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20).

 

“È un momento drammatico quello che stiamo vivendo e ritengo sia doveroso mostrare solidarietà verso coloro che vivono in maniera personale questa situazione virale e ai loro familiari”. Lo dice il vescovo della Diocesi di Piazza Armerina Mons. Rosario Gisana intervenendo sull’emergenza Coronavirus.

 

“La nostra solidarietà deve diventare preghiera, sostegno e accompagnamento anche nei confronti di coloro che si stanno adoperando per trovare soluzioni adeguate. Penso – aggiunge – ai medici agli infermieri, a quanti stanno studiando questo virus, in modo particolare gli scienziati che vivono una tensione forte e nello stesso tempo carico di aspettative”.

“Desidero che la nostra comunità diocesana si unisca e la nostra preghiera – rivolta a Colui che confessiamo come ‘Amante della vita’ – sia certezza perché sappiamo che Gesù, Nostro Signore, è liberatore da questo male. Chiedo a tutto il popolo di Dio, nella lungimiranza di quanto è richiesto, di collaborare con impegno e soprattutto con quella fiducia che connota la nostra adesione al Signore – prosegue – ai parroci di mantenere la loro presenza nelle comunità parrocchiali, dando la possibilità, alla luce di quanto è prescritto sulla distanza interpersonale, del conforto spirituale. Sono persuaso che Dio, «amante della vita» (Sap 11,26), ci libererà da ogni male, mentre ciascuno di noi, considerata l’emergenza, è chiamato ad essere solidale con il prossimo e fervente nell’affidarsi alla divina provvidenza. La nostra certezza si fonda su quanto ha proferito Gesù agli apostoli: «io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20).

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