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Vaccini: andirivieni quotidiano di polizia e carabinieri

Gela – Fino a qualche settimana fa le cronache erano pregne di proteste per le file per i tamponi; da qualche giorno si è passati alle resse per i vaccini, ma sempre i resse si parla. Ogni giorno al secondo piano dell’ospedale, luogo già non appropriato per la somministrazione di cosiddetti vaccini, la presenza delle forze dell’ordine è quotidiana sintomo che c’è qualcosa che non va per il verso giusto. La campagna dei vaccini all’ospedale di Gela per gli ultra 80enni è una vera bolgia, in barba alle più elementari sistemi di sicurezza .Stamattina sono intervenuti i carabinieri e polizia per contenere gli assembramenti, le proteste, il caos che si crea ogni giorno, un pò per la percezione che hanno i cittadini che vivono la somministrazione di quello che è definito il ‘vaccino’ come un viatico per la vita e molto per l’organizzazione carente del servizio. Cominciamo dalla compilazione di un numero indefinito di fogli. Gli anziani accompagnati dai figli si salvano, si fa per dire, dal restare ‘incartati’ fra i moduli che riportano un numero esasperante di voci; il problema più serio si pone per chi invece figli per aiutarli non ne ha. E sono tanti… Non bastano i posti a sedere. Inoltre le dosi da somministrare agli anziani sono indifferentemente la prima e la seconda, con la confusione che ne consegue. Aggiungiamo qualche, solito furbetto ed il gioco della baraonda è servito.

” Stamattina alle 08,45 ero dietro la porta del servizio vaccinazioni del 2 piano dell’ospedale – racconta Francesco Ciaramella  per accompagnare mia madre che ha 88 anni e che doveva sottoporsi alla somministrazione della prima dose del vaccino nella fascia oraria 09/10 così come indicato sul Qr code della prenotazione. Arrivato lì bisogna invece trascrivere il proprio cognome su un foglio appeso dietro la porta”. Metodi da medioevo, aggiungiamo noi, che non si addicono affatto all’èra della digitalizzazione tanto propugnata dai sostenitori dello stesso vaccino, veri geni dell’informatica. Da noi vige sempre ed il solito metodo arcaico del foglietto appeso….! “Aggiungo – continua Ciaramella – che si sono trovati lì a fare i vaccini anche i pazienti della seconda dose. Si può immaginare quello che è successo?? Un caos incredibile”. E gli anziani stanno ad aspettare. Senza contare che nell’ambiente sanitario esposto al pubblico ci può essere qualche positivo che passa e pur non sapendo di esserlo può danneggiare i soggetti fragili come sono gli over 80.

Dieci giorni fa si parlava di una struttura realizzata ad hoc per accogliere il servizio dedicato, in via Piazzaro. Ma passa il tempo e il centro vaccinazioni non è ancora pronto ad accogliere i cittadini più deboli. L’Asl conosce il problema, i sindacati lo hanno denunciato da giorni ma la situazione resta uguale.

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