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Un convegno sulla tossicità dei metalli pesanti nella popolazione

Niscemi – Nell’Auditorium del Museo Civico di Niscemi oggi si tiene un incontro Pubblico sul tema della Tossicità dei metalli pesanti con i risultati delle indagini a random condotte sulla popolazione e nuovi sviluppi. L’indagine è stata condotta dalla Fondazione DD Clinic nel territorio di Niscemi e popolazioni limitrofe, come quello di Gela, ad alta densità di concentrazione di sostanze.

I metalli hanno una distribuzione ubiquitaria e sono i responsabili di accumulo nella catena alimentare. Questi metalli possono accumularsi negli organi ed essere escreti tramite il sudore, l’urina, le feci, la desquamazione della cute ed infine tramite i capelli. L’esame del capello è molto utile per determinare in tempi brevi quando si è venuti a contatto con il metallo tossico, mentre la valutazione che offre risultati più veloci è l’analisi di liquidi biologici, come l’esame delle urine o del sangue.

Il modo con cui i metalli entrano a contatto con il nostro corpo coinvolge essenzialmente la via respiratoria e quella cutanea.

I metalli possono essere suddivisi in:  ESSENZIALI come rame, ferro, magnesio e zinco (Cu, Fe, Mg, Zn).

NON ESSENZIALI come il cadmio, l’arsenico, il piombo o il mercurio (Cd, As, Pb, Hg).

I primi sono definiti metalli essenziali perché si ritrovano all’interno di cellule e sono necessari per la sopravvivenza delle cellule stesse. Ad esempio il ferro si trova all’interno dell’emoglobina (gruppo – EME) e nel citocromo P450. Metalli pesantiPer tutti i metalli essenziali si deve parlare di tossicità per carenza e per eccesso. I secondi sono definiti metalli non essenziali perché non si dovrebbero ritrovare all’interno del nostro organismo. Essi, infatti, non collaborano all’attività delle cellule, in quanto la loro azione si rivela dannosa per le cellule stesse. A riguardo, sono stati stabiliti dei livelli massimi tollerati dal nostro organismo, entro i quali il metallo non causa nessun effetto nocivo. Superato questo limite stabilito, il metallo accidentalmente assunto può invece causare effetti tossici.

I metalli – oltre ad essere classificati in essenziali e non essenziali – possono essere classificati in organici ed inorganici. La formula chimica è molto importante perché determina la biodisponibilità del metallo per il nostro organismo. La forma organica è molto lipofila, quindi facilmente assorbibile tramite la cute e tramite la BEE. La forma inorganica dei metalli, invece, è molto idrosolubile e presenta un assorbimento molto lento. I metalli inorganici possono essere ugualmente pericolosi, perché per essere eliminati passano attraverso i reni, quindi possono causare nefrotossicità.

In generale i meccanismi con i quali i metalli danno effetti tossici sono:

 

Interazione con i siti attivi degli enzimi, come gruppi -OH, -SH, -COOH, -NH2. Tutti questi gruppi interagiscono con il metallo causando una perdita o una riduzione della funzionalità enzimatica.

Spiazzano un metallo essenziale presente in un enzima o in una proteina indispensabile. Il piombo, ad esempio, può sostituire il ferro nella ferritina intestinale, oppure, il piombo può sostituire il calcio in tutti quegli enzimi o quelle proteine che vengono attivati dal calcio.

I siti d’azione possono variare a seconda delle affinità tra metallo e parte del nostro organismo. Ad esempio, il mercurio ed il cadmio prediligono il tessuto renale (nefrotossici), il mercurio ed il piombo quello del SNC (neurotossicità), il cadmio e il piombo quello del sistema riproduttivo, mentre infine alluminio, arsenico, cromo e nichel prediligono il tessuto respiratorio. La cellula del mammifero può difendersi da possibili eccessi di metalli non essenziali grazie alla presenza di un gruppo di proteine denominato METALLOTIONEINE. Si tratta di proteine che chelano o sequestrano il metallo non essenziale, riducendo così la possibilità che rimanga libero ed esplichi la propria attività tossica. Principalmente, i metalli chelati sono rame, cadmio, zinco, mercurio e piombo

Il test utilizzato per l’analisi e di cui verranno comunicati i risultati è quello del mineralogramma, o analisi tissutale del capello, è un test di laboratorio che usa come campione il capello e, tramite sofisticate tecniche analitiche, determina la concentrazione dei principali minerali presenti nel campione.Questa analisi si compie prelevando 3 cm di capelli dal retro della nuca, nella zona della base del cranio, nella misura di circa 0,5 grammi. Il campione deve essere ottenuto in piccole quantità da zone differenti della regione occipitale, tagliando i capelli il più vicino possibile allo scalpo. La lunghezza non deve superare i 3 cm. I capelli vengono lavati con una soluzione neutra per eliminarne le sostanze esterne, e quindi sciolti in una soluzione acida al fine di poter essere analizzati da uno spettrofotometro ad assorbimento atomico capace di valutare la quantità di minerali contenuti nei capelli.

I lavori iniziano alle ore 9 con la Presentazione del convegno e saluti istituzionali da parte del sindaco Massimiliano Conti ed autorità. Alle 9:30 è previsto l’intervento sul tema Le origini con Leonardo Tiralongo Sindaco dei Ragazzi di Siracusa. A seguire i rappresentanti Stop Veleni di Augusta, Melilli, Priolo, Siracusa e Mamme NO MUOS di Niscemi. Alle 10:00 la biologa Giuseppina Cardillo, Socio Sostenitore della DD Clinic – Niscemi su ‘Ruolo del mineralogramma come test di screening’.

10: 30 Dr Andrea Del Buono Medico Chirurgo, Socio Fondatore della DD Clinic –Caserta su ‘Interpretazione dei dati ottenuti mediante test del mineralogramma’. Alle 11:00 il dott.  Andrea Del Buono, Dott.ssa Giuseppina Cardillo su Strategie da adottare per allontanare i metalli pesanti dai tessuti umani

Alle 12:00 Tavola rotonda , Il Moderatore è il  Prof Gaetano Buccheri

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