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Militare morto dopo il vaccino: nessuna risposta dalla prima parte di autopsia.

Oltre tre ore di esame nell’obitorio dell’ospedale Cannizzaro di Catania. Si è conclusa la prima parte dell’autopsia sulla salma del sottufficiale della Marina militare Stefano Paternò di 43 anni, deceduto quattro giorni fa nella sua abitazione a Misterbianco, il giorno dopo avere avuto somministrato ad Augusa la prima dose di vaccino Astrazeneca, il cui lotto è stato ritirato poi dall’Aifa.

Si è trattato di un primo step che, al momento, secondo quanto riferito da più fonti, non ha fornito alcuna risposta ai quesiti posti. Altri esami saranno eseguiti la prossima settimana. All’autopsia, oltre ai periti nominati dalla Procura di Siracusa e ai consulenti dei quattro indagati e della parte lesa, era presente anche il Pm Gaetano Bono, che col procuratore Sabrina Gambino coordina l’inchiesta. Le indagini sono state delegate ai carabinieri del Nas di Catania.

Il sostituto Gaetano Bono, titolare dell’inchiesta per omicidio colposo coordinata dalla procuratrice Sabrina Gambino, ha conferito ieri il mandato ai suoi periti: il medico legale Giuseppe Ragazzi, l’esperto in emostasi e trombosi Marco Marietta, l’esperta in tossicologia medica Nunziata Barbera e l’infettivologo Carmelo Iacobello.

All’autopsia partecipano anche gli esperti di parte nominati della quattro persone indagate, come atto dovuto, dalla Procura di Siracusa: Lorenzo Wittum, amministratore delegato di AstraZeneca Italia, il medico e l’infermiere della Marina Militare che hanno somministrato la dose nell’ospedale militare di Augusta e il medico del 118 che ha provato a rianimare Paternò. Anche la parte lesa, la famiglia del sottufficiale, rappresentata dallo studio legale Seminare di Catania, ha nominato dei propri esperti di parte.

Per “fare luce sulla vicenda” il Pm ha chiesto al collegio di periti di valutare anche “se il comportamento professionale dei medici e personale sanitario dell’ospedale militare e del 118 che l’hanno avuto in cura sia stato conforme alle attuali linee guida o se viceversa si ravvisino profili di colpa” e di “stabilire se sussiste una correlazione eziologica tra il decesso e la somministrazione del vaccino anti Covid AstraZeneca del lotto ABV2856” inoculata al sottufficiale “nell’ospedale militare di Augusta l’8 marzo del 2021”.

Le indagini sono state affidate ai carabinieri del Nas di Catania. Sulle cause della morte del sottufficiale Paternò vuole chiarezza anche il ministero della Salute che ha disposto l’invio di propri ispettori in Sicilia. Arriveranno oggi con tre tappe iniziali: accompagnati da militari dell’Arma del Nas si recheranno nella sede del 118 a Catania, all’Azienda provinciale sanitaria di Siracusa e nell’ospedale militare di Augusta. In valutazione altre possibili tappe.

Intanto la Procura di Messina ha avviato i primi atti dell’inchiesta sulla morte di Davide Villa, il poliziotto dell’Anticrimine di Catania deceduto il 7 marzo, 12 giorni dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca. Gli accertamenti urgenti sono eseguiti dai pm etnei che ieri hanno poi trasmesso il fascicolo ai colleghi della Città dello Stretto, competenti perché la vittima era sposata con una giudice in servizio nel capoluogo etneo. Villa aveva iniziato a stare male il giorno successivo all’inoculazione della dose. Le sue condizioni sono peggiorate fino al decesso. Al pronto soccorso gli è stata diagnosticata una trombosi che avrebbe poi causato un’emorragia celebrale.

Una terza inchiesta è stata aperta anche dalla Procura di Trapani sul caso del del maresciallo Giuseppe Maniscalco, 54 anni, morto per infarto oltre 48 ore dopo la somministrazione del vaccino. L’autopsia avrebbe escluso qualsiasi nesso tra il decesso e il vaccino Astrazeneca appartenente sempre allo stesso lotto, ma il procuratore Maurizio Agnello ha comunque disposto ulteriori accertamenti istologici.(gds)

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