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Tasse giù per 16 milioni di dipendenti Conte: «Solo primo passo, ora l’Irpef»

 

a sala non è stata scelta a caso. È quella Verde di Palazzo Chigi, dove nel 1993 governo, imprenditori e sindacati firmarono il patto sulla concertazione, cioè la consultazione preventiva delle parti sociali sulle grandi scelte per l’economia. Qui il governo Conte due, Cgil, Cisl e Uil hanno trovato l’accordo sul taglio del cuneo fiscale, la riduzione delle tasse sul lavoro che farà salire la busta paga netta di 16 milioni di lavoratori dipendenti.

I 3 miliardi stanziati per quest’anno dalla Legge di Bilancio saranno destinati a chi ha un reddito tra gli 8.200 e 40 mila euro lordi l’anno. Un tetto un po’ più alto rispetto ad altre ipotesi messe sul tavolo che prevedevano una platea più stretta di beneficiari ma con un bonus maggiore, fino a 120 euro al mese. Ampliando la platea fino a 40mila euro, invece, lo sconto massimo si fermerà a 100 euro: 20 in più per chi già prende il bonus Renzi da 80 euro.

Restano però esclusi, come era già avvenuto nel 2014, i cosiddetti incapienti. Sono le persone che hanno un reddito inferiore agli 8.200 euro l’anno, soglia al di sotto della quale non si pagano tasse e che quindi non possono avere sconti fiscali visto che i loro versamenti sono già pari a zero. Il governo promette che un intervento ci sarà anche per loro ma resta tutto da vedere.

Quest’anno lo sconto in busta paga partirà da luglio. Dal 2021 sarà spalmato su tutto l’anno ma resta il problema di trovare un miliardo in più. Già il prossimo consiglio dei ministri, oppure quello successivo, dovrebbe approvare il decreto legge che trasforma in norme l’accordo di ieri.

«L’intervento sul cuneo — dice il presidente del consiglio Giuseppe Conte— è il primo passo verso una riforma complessiva del Fisco, in particolare dell’Irpef. E certifica in modo inoppugnabile che la manovra riduce le tasse ai lavoratori e alle famiglie». Secondo il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, «queste prime risorse sono importanti, era stato detto che erano poche ma non sono trascurabili». Il ministro sottolinea poi come ci «sia stata un’ampia convergenza» su quello che «rappresenta il primo passo di una più generale riforma fiscale». E la vice ministra all’Economia Laura Castelli sottolinea quello che è stato il cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle negli ultimi giorni: «È aperto il cantiere della riforma dell’Irpef».

L’ampia convergenza di cui parla Gualtieri viene fuori dai commenti dei sindacati. Maurizio Landini (Cgil): «Dopo tanti anni si aumenta il salario netto di gran parte dei lavoratori dipendenti». Annamaria Furlan (Cisl): «È un primo passo importante anche se, ancora una volta, restano fuori gli incapienti». Carmelo Barbagallo (Uil): «Siamo partiti con il piede giusto». (FONTE CORRIERE DELLA SERA)

 

 

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