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Successi e sacrifici: la gelese Chiara Cocchiara è l’unica italiana premiata dalla Iaf come “Giovane leader dello spazio”

 

Quale può essere il più grande desiderio di un ingegnere aerospaziale di 33 anni con 3 lauree specialistiche in giro per il mondo che lancia satelliti dalla Germania per conto dell’Agenzia spaziale europea? Se è siciliana la risposta può sembrare semplice. “Bagnare i piedi nel mare della mia Sicilia ” . Ma bisogna mettersi nei panni di questa trentenne, che ha lasciato la sua Gela, quando ne aveva poco più di venti, affamata dei suoi sogni, per comprendere che la grandezza sta proprio nella semplicità della risposta. Chiara Cocchiara è l’unica italiana nominata quest’anno dalla Federazione Astronautica internazionale (Iaf) tra i 6 vincitori nel mondo del premio Giovani leader dello spazio. La motivazione è che questi giovani stanno dando un contributo extra nel campo spaziale rispetto a quello che si fa normalmente. Tra questi Chiara.

La sua è una storia di successo. “Ma anche di tanti sacrifici” dice durante una chiamata su Whatsapp, ha appena finito una riunione. ” Su cosa? ” le chiedi. ” Lanciare una serie di satelliti nello spazio” ti risponde con nonchalance. Poi fa un gran sorriso. ” Lo spiego in maniera semplice: questi satelliti di osservazione terrestre che ci apprestiamo a lanciare vengono utilizzati per monitorare l’ambiente, il clima, fornire dati precisi su incendi, terremoti. Ma prima di lanciarli dobbiamo creare una campagna di validazione di tutti gli scenari possibili, di tutto quello che potrebbe avvenire nello spazio insomma”. In modo che comunque vada, vada bene: ” Esatto ” .

Un po’ come la sua di storia. Quella di una ragazza che già al liceo aveva ben chiaro cosa voleva dalla vita: “Proprio quello che faccio adesso ” . E per arrivarci ha preso tre lauree specialistiche in Italia, Francia e Svezia, all’Agenzia spaziale è arrivata durante il tirocinio prima della laurea, ha fatto 8 mesi di stage e dopo averne visto le qualità non se la sono lasciati scappare: ” Mi sono laureata a fine ottobre 2012 e il primo novembre ho iniziato a lavorare, avevo già l’offerta”. È caparbia Chiara, tanto che nel 2016 è stata l’unica europea ad aver fatto parte del programma che simula la vita su Marte. Ma non si ferma mica al suo lavoro ufficiale, è così vulcanica che probabilmente si annoierebbe. “Faccio da volontaria per lo Space Generation Advisory Council, un organo in supporto alle Nazioni Unite per il programma di applicazioni spaziali, mi occupo di creare tutte le attività per studenti e giovani professionisti che partecipano alla conferenza che viene fatta a livello mondiale sul campo delle missioni spaziali. Ogni due anni in diversi paesi del mondo, l’ultimo a Marsiglia nel 2018, nel 2020 doveva essere in Sudafrica cancellato causa covid, il prossimo sarà a maggio in versione virtuale”.

A fine ottobre quest’anno andrà alla conferenza dello Iaf a Dubai per essere premiata dal vivo dopo il riconoscimento ottenuto. Non è ancora tutto. “Vado nelle scuole siciliane e parlo ai ragazzi, mi chiedono come si fa a diventare un astronauta, sono incuriositi dalla missione su Marte, è bellissimo vederli sognare. È importante perché uno dei miei obiettivi personali è incentivare la presenza di ragazze nel campo aerospaziale, c’è ancora un grande gap, mi capita di partecipare a meeting dove sono l’unica donna a volte”.

E questo la intimorisce, le chiedi ancora? ” Affatto, è frutto di sacrifici, avere un sogno e portarlo avanti ” . Sacrifici è la parola che nomina più spesso: ” Adesso sono felice ma per esserlo ho dovuto mettermi in gioco, non è stato semplice, venire qui e vivere da sola, stare lontano dalla famiglia, da tutto, ci vuole una forza di volontà immensa”. In Sicilia viene spesso, certo prima del covid riusciva anche ogni mese e mezzo. “A Gela innanzitutto e poi organizzo una escursione diversa ogni volta. Adoro Ragusa ibla, questa estate per la prima volta ho visitato Erice e mi è rimasta nel cuore, Trapani è stupenda per non parlare di tutte le parti col mare, Scala dei Turchi, Marzamemi, Portopalo, Tindari. Il mio attaccamento alla terra è molto forte”. Proprio come lei. (repubblica)

 

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