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“Stai lontano da me”

storie di ordinario.... isolamento

Gela – Al tempo del coronavirus si vivono esperienze diverse dall’ordinario. Vero è che l’avvento di internet e quello del branco, siamo già abituati a vedere casi di bullismo ed isolamento verso chi, più debole degli altri, mostra segni di scarso carattere. Ma quando i numeri riferiti sulle vittime del coronavirus, si moltiplicano, con essi aumenta la paura e la vista si annebbia allorchè si fiuta il pericolo. Accade anche a Gela e vi raccontiamo casi di isolamento in ambienti differenziati. Pur tacendo i luoghi precisi dove si sono svolti i fatti vi raccontiamo che un insegnante di scuola media, nel mese di dicembre ha fatto un viaggio in Cina. A quel tempo non si parlava di coronavirus anche se la Germania pare avesse già individuato il problema ma si guardava bene dal comunicarlo. L’insegnante ha fatto il suo viaggio importante: Muraglia cinese, civiltà Maya e tutto il resto. E’ tornato contento della sua avventura. Ha persino portato i souvenirs ai colleghi per condividere la sua gioia con i colleghi. Tutto tranquillo fino a qualche settimana fa. Scoppia il ‘caso’ coronavirus e l’insegnante viene schivato. Quando arriva lui nella sala dei professori si crea il vuoto. C’è chi pulisce la cattedra quando gli deve dare il cambio e chi evita di entrare nella classe, chi ha gettato il souvenir. Se n’è accorto subito, il professore. Ma che fare. La chiusura delle scuole, adesso lo aiuterà.

In una scuola elementare un’alunna è andata a trovare il papà che lavora nel Veneto e la famiglia approfitta per trascorre qualche giorno al Carnevale di Venezia. La bimba torna a scuola e le mamme hanno avuto da ridire, di conseguenza i compagnetti guardavano con sospetto la piccola.

Per non parlare  di un giovane tornato dall’alta Italia dove è impegnato per motivi di lavoro. Ha avuto la sfortuna di prendere il raffreddore e i suoi parenti gli hanno raccomandato caldamente: “Non ti fare vedere che qui coronavirus non ne vogliamo. Grazie”, lasciandolo inebetito.

Accade quando la psicosi è diffusa.

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