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Si rallenta per il passaggio al digitale terrestre di seconda generazione

Non c’è ancora nulla di ufficiale, ma sembra inevitabile un rallentamento del passaggio al digitale terrestre di seconda generazione previsto a giugno del prossimo anno. A quanto pare, molte famiglie italiane non hanno ricevitori adatti e, quindi, potrebbero avere problemi a vedere i programmi in tv. Per questo motivo, come riporta il quotidiano Italia Oggi, si starebbe studiando un’altra soluzione, che accontenterebbe sia i broadcaster sia gli utenti. A giugno non ci sarebbe il cambio drastico; pur salvaguardando il salto tecnologico (ossia il passaggio al Dvb-t2), lo si rimanderebbe al mese di settembre o in un periodo successivo iniziando da subito al massimo con alcune reti. Il risultato sarebbe che le frequenze per il 5G verrebbero comunque liberate, che gli operatori non perderebbero a un tratto tutta l’audience e i cittadini continuerebbero a vedere la televisione.

In ogni caso i ritardi sul processo di liberazione della banda 700 a favore del 5G e di riorganizzazione delle tv nella parte restante delle frequenze destinate al digitale terrestre sono evidenti. Già a settembre ci sarà un primo banco di prova, con le trasmissioni che cambieranno codifica, passando da Mpeg2 a Mpeg4, pur restando con l’attuale versione del Dvb-t. Il governo ha comunque un po’ di tempo per decidere su come procedere. In altri Paesi hanno adottato misure diverse. In Francia, per esempio, si è scelto di utilizzare le trasmissioni in standard Dvb-t codificate in Mpeg4 invece del classico Mpeg2. Questo significa che gli utenti francesi non dovranno cambiare né decoder né tv, dato che la compatibilità è intorno al 90%.

Gli operatori di rete in Italia, però, continuano ad essere favorevoli alla transizione così come prevista fino a questo, momento arrivando al Dvb-t2 a giugno 2022. Per loro, solo in questo modo così si riuscirebbe ad ottimizzare la banda e l’operatore continuerebbe ad avrebbe spazio per gli attuali canali clienti con cui ha contratti da rispettare. Per quanto riguarda alcune tv locali, invece, è più utile la soluzione morbida, quella che prevede un passaggio graduale. In tutta questa confusione c’è il rischio che quasi sicuramente salterà il cambio di codifica di settembre da Mpeg2 a Mpeg4.

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