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Rispunta il chiosco della discordia

Rispunta il chiosco della discordia e ricominciano le polemiche. Gia durante gli anni scorsi il chiosco era stato osteggiato in quanto elemento di disturbo della visuale del mare all’orizzonte. Poi è arrivata la scultura donata da Nino Miceli. Il primo a prendere la parola sui social è stato l’ex amministratore della giunta Messinese, Fabrizio Morello che, non appena ha visto la struttura mobile piazzata a pochi passi dalla scultura inaugurata due anni fa si è lanciato in un commento ‘pasionario’. “Le foto mostrano in maniera evidente – dice Morello che la scultura dell’artista Leonardo Cumbo, donata alla città di Gela dall’imprenditore Nino Miceli, nel 2017 e inaugurata nel febbraio 2018, oggi viene celata agli occhi di tutti.

Solo per chi è più giovane o per chi avesse memoria corta, Nino Miceli è stato uno dei primi imprenditori anti-racket di Gela a denunciare l’oppressione mafiosa e le continue richieste di pizzo che colpivano indistintamente ogni attività economica sul territorio di Gela. Per quel gesto, avvenuto più di 30 anni fa, in un momento storico in cui denunciare quei soprusi era considerato dai più “un atto eversivo”, in un contesto storico fatto di collusioni e bui silenzi, che hanno portato allo scioglimento dello stesso consiglio comunale, l’imprenditore decideva di mettere in gioco la sua stessa vita e quella dei propri cari per denunciare i propri estorsori, pagando un prezzo altissimo che lo ha costretto, da lì a poco, a scappare da Gela e a vivere nascosto, insieme alla famiglia, sotto altra identità. Immaginate solo per un attimo cosa ha significato tutto questo per un ragazzo di 16 anni strappato, nel cuore della notte, dai suoi affetti, dai suoi amici, dalla sua ragazza, e costretto a vivere la vita di un altro in un luogo totalmente sconosciuto.
Amministrazione e Consiglio comunale, l’Opera dell’artista Leonardo Cumbo “Attrazione repulsiva”, che oggi si è deciso di nascondere dietro un chiosco di bibite e gelati, rappresenta soprattutto un gesto di coraggio che funge ancora oggi da esempio per tutti.
Pertanto, a titolo personale e, sono convinto, a nome di tanti che non conoscono i fatti e le circostanze, le chiedo di far spostare la struttura in legno in altro luogo, così da lasciare ben visibile a tutti la bellissima opera di un grande artista siciliano, opera piena di significati storici e culturali, che da lustro ad un a città, insieme al suo mare e alle sue tante bellezze”.

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