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Raccolta firme per fermare il piano di smaltimento dei rifiuti nel territorio gelese.

Si riunisce il comitato No Inceneritore di Gela per richiamare l'attenzione dei cittadini sulle questioni ambientali del territorio.

Il territorio gelese è da sempre uno dei luoghi più martoriati e abusati da parte della politica regionale siciliana, nonché il soggetto di innumerevoli piani fallimentari nel campo delle industrie e del lavoro.

Negli scorsi decenni abbiamo assistito, su scala nazionale, al dannoso flop del petrolchimico, il quale, nonostante sia quasi in gran parte chiuso e non funzionante, continua ancora oggi a far pesare la sua presenza sui nostri terreni e sulla nostra popolazione.

Inutile ribadire, ancora una volta, le motivazioni di questi forti timori. I danni creati da una politica che non ha mai tutelato il territorio e i suoi cittadini, hanno permesso una situazione di enorme rischio per la salute di tutti noi e delle nostre risorse terrene, un tempo la ricchezza della nostra Gela.

Ad oggi il dibattito tra pro e contro l’avviamento di un impianto per l’incenerimento dei rifiuti (circa 950 tonnellate di rifiuti al giorno solo sul territorio gelese), è particolarmente acceso.

A causa di ciò, negli scorsi mesi sono sorti numerosi comitati, e non tutti online (come qualcuno ha facilmente affermato). Infatti, la maggior parte dei comitati si è creata da diverso tempo tramite riunioni svolte strettamente di presenza e aperte al pubblico.

Gli esponenti del Comitato No Inceneritore di Gela rappresenterebbero un numero non indifferente della popolazione che, d’accordo in opposizione all’impianto e alle possibili conseguenze dovute alla sua installazione, hanno deciso di avviare una raccolta firme per permettere alla voce dell’intera città di chiarire il proprio parere a riguardo. 

 

In tante occasioni è stato dunque possibile poter accedere facilmente al dibattito pubblico, e ai numerosi interventi da parte di esperti del territorio, dell’ambiente e dell’industria. 

Un esempio è certamente la riunione organizzata lo scorso 14 Maggio nel luogo delle Mura Federiciane, a cui hanno partecipato soggetti provenienti anche da molte altre città della Regione (Licata, Catania, Palermo ecc.), nonché diversi esponenti di associazioni e movimenti, tra cui Antudo, l’Osservatorio dei Rifiuti di Catania, il movimento politico Gran Sicilia, l’Associazione Stop Veleni di Augusta, l’Associazione Zero Rifiuti,  e diversi rappresentanti politici gelesi e regionali. Il tutto organizzato dal Comitato No Inceneritore presieduto dal co-portavoce Nicolò Distefano.

https://www.letterag.online/lg-politica/assemblea-cittadina-sulla-questione-inceneritore-presso-il-cortile-delle-mura-federiciane/

La raccolta firme del Comitato No Inceneritore è stata organizzata nella giornata di SABATO 18 GIUGNO (dalle ore 10:00 alle 23:00) presso i gazebi localizzati in due postazioni differenti: uno sul LUNGOMARE ZONA EX DOGANA e un altro nell’AREA GB OIL (Macchitella).

Il comitato invita tutta la cittadinanza alla partecipazione, innanzitutto per una più chiara informazione sull’argomento, e poi per una scelta responsabile.

ECCO LE RAGIONI

Il Futuro di Gela si muove verso altre direzioni

Il comitato spontaneo NO INCENERITORE di Gela

Chiede a tutte le istituzioni:

il rispetto del DPR del 17/01/1995, che prevedeva il disinquinamento per il risanamento del territorio di Gela;

Dell’Accordo di programma quadro Stato-Regione approvato con decreto presidenziale del 17/01/1995, per l’attuazione del piano di risanamento di aree a rischio di crisi ambientali nei territori di Gela e comuni limitrofi.

Del Protocollo d’Intesa firmato da Governo Nazionale, Governo Regionale, Comune di Gela, Eni, forze sociali del 06/09/2014

Si chiede all’amministrazione Comunale il rispetto dei programmi elettorali presentati alla cittadinanza che non prevedevano nei piani di gestione rifiuti impianti invasivi di alcun tipo.

  • Di Agevolare percorsi di produzione di energia alternativa a basso impatto ambientale;
  • Recupero e reimpianto di flora autoctona di valorizzazione economica dei vincoli paesaggistici.
  • Percorsi museali di archeologia industriale;
  • Ricerca e sviluppo di appoggio alle attività di bonifica e post bonifica;
  • Valorizzazione e ridestinazione d’uso del pontile ENI;
  • Realizzazione di aree di produzione manifatturiera nelle aree ex raffineria per trattamenti prodotti in arrivo ed in partenza nel nostro territorio;
  • Costruzione porto commerciale e turistico
  • Valorizzazione attività agricole della piana di Gela con miglioramenti infrastrutturali di supporto (Dighe, Canalizzazione, Viabilità rurale etc.)
  • Recupero e promozione del patrimonio archeologico con apertura nuovi cantieri di ricerca.
  • Ottimizzazione gestionale ed infrastrutturale dell’area industriale.
  • Costruzione di hotspot commerciali sostenute da enti pubblici

I nostri NO:

  • NO all’uso della discarica di timpazzo per lo smaltimento di tutti i rifiuti della regione siciliane, ma che venga riportata all’uso esclusivo dei Comuni dell’SRR4;
  • NO all’inceneritore a Gela perché luogo che storicamente ha dato tanto e perché luogo in cui sussiste una grande piana agricola importante e strategica vista l’evoluzione dei rapporti internazionali con i paesi dell’est;

I nostri SI:

  • SI, all’investimento nazionale su questo territorio per recuperare l’ambiente, le discariche industriali, la costruzione di impianti per la produzione di pannelli e turbine eoliche;
    SI, all’insediamento in questo territorio di università e di ricerca che possa risarcire il territorio di anni di sacrificio.
  • SI, alle infrastrutture al porto per diportisti e pescatori assenti, alle ferrovie e alle autostrade;
  • SI, alla sostituzione dell’attuale commissario speciale ad i rifiuti che per manifesta incapacità non è riuscito a far partire la raccolta differenziata nelle aree metropolitane ed ha decretato lo sfascio del sistema rifiuti in Sicilia;
  • SI, all’investimento sull’agroalimentare, sulle istituzioni di zone IGP, sulla tutela dei prodotti e dell’artigianato dei territori;
  • SI ad una migliore gestione della raccolta differenziata, all’installazione di isole ecologiche;
  • Si, ad una class action, con richiesta di risarcimento danni, contro la Regione siciliana che dal 1995 ad oggi non ha praticamente fatto nulla per attuare il piano di risanamento sancito con l’APQ Stato -Regione del 1996, contribuendo con la sua inazione sulle bonifiche a non abbattere la differenza di morti e morbosità in più verificatesi negli anni nel territorio gelese rispetto ad altri territori che non hanno la presenza di attività industriali di raffinazione del petrolio.
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