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Quello che è successo a Palermo può succedere ovunque, anche a Gela

Palermo – “Quello che è successo a Palermo può succedere ovunque proviamo ad immaginare se dovesse succedere a Gela una evento di questo tipo situazione cosa comporterebbe. Atteso che anche da noi le reti di drenaggio non sono manutenzione, il collettore fognario di via Venezia ad oggi è ancora incompleto, non sono manutenzionate le fogne ed i tombini”. L’ordine regionale dei geologi ed il suo presidente, il gelese Giuseppe Collura , parla con cognizione di causa dei fatti accaduti ieri a Palermo e che potrebbero verificare anche a Gela vista la situazione generale: non dimentichiamo che ieri una della conseguenze della pioggia di 10 minuti, è stata lo sversamento dei liquami fognari.

“Il tragico evento temporalesco che nella giornata di ieri ha sconvolto la città di Palermo ribadisce la grande fragilità dei nostri territori rispetto a fenomeni naturali, che sebbene improvvisi e particolarmente intensi, non possono in alcun modo giustificare l’evidente inadeguatezza dei sistemi infrastrutturali e più estesamente di una pianificazione urbana che, prioritariamente, dovrebbero rispondere alle esigenze di tutela e di sicurezza dei cittadini”. Questo il commento del presidente dell’Ordine dei Geologi di Sicilia, Giuseppe Collura agli effetti del nubifragio che ha colpito il capoluogo siciliano.

“La zona colpita dal nubifragio – continua Collura -, ovvero uno degli assi viari principali per l’accesso alla città di Palermo, nel corso degli anni ha più volte manifestato un’evidente carenza nella capacità di deflusso e smaltimento delle acque, anche per eventi di minore intensità, dando luogo all’allagamento della sede stradale ed in particolare dei sottopassi, che puntualmente si trasformano in piscine a cielo aperto, con tutte le gravissime e consequenziali ricadute sulla circolazione. La mancanza di una adeguata manutenzione delle reti fognarie e di tutte le reti di deflusso e scarico delle acque, l’assenza di una verifica puntuale sullo stato di equilibrio tra opere infrastrutturali e assetto idrogeologico del territorio, il mancato monitoraggio di aree che reiteratamente esibiscono significative difficoltà rispetto ad eventi meteorici straordinari e non, la tanto attesa e mai ultimata realizzazione di adeguate opere di captazione delle acque provenienti dalle aree poste a monte del tessuto urbano sono certamente alcune delle cause che hanno determinato ed amplificato il drammatico evento di ieri”.

“Da tempo – conclude il presidente Collura – i geologi sono impegnati sui concetti di invarianza idraulica ed invarianza idrologica in base ai quali le portate di deflusso meteorico, scaricate dalle aree urbanizzate o di nuova urbanizzazione nei recettori naturali o artificiali, non devono superare quelle preesistenti all’urbanizzazione, garantendo in ogni caso la capacità di infiltrazione delle acque e la naturale permeabilità dei suoli. La visione complessiva da associare ad una corretta pianificazione urbana, ancor prima della realizzazione di grandi infrastrutture, soprattutto in sistemi complessi che caratterizzano una grande città come Palermo, non può pertanto prescindere dall’osservazione del contesto territoriale, delle sue caratteristiche e delle sue fragilità, delle indifferibili valutazioni legate alla prevenzione di veri e propri disastri rispetto ad eventi naturali, certamente circoscrivibili ed ampiamente superabili, con adeguate scelte progettuali, e funzionali sistemi di pre-allertamento. In tal senso è necessario un sforzo urgente e mirato da parte delle amministrazioni comunali e del governo regionale, per la prevenzione del rischio idrogeologico, incrementando la dotazione finanziaria e non certamente trasferendo somme destinate al contrasto del dissesto idrogeologico, così come sta accadendo negli ultimi giorni, abbandonando l’inerzia che nel corso degli ultimi anni ha già prodotto tragedie e vittime spesso annunciate”.

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