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Provenzano: chi esulta e chi rimane deluso.

Consiglieri e giornalisti fuori dalla stanza

Gela – Ad ogni evento corrisponde una polemica. Colpa della confusione, della discutibile gestione, della sensibilità di chi è rimasto deluso. Il fatto è che nella stanza del sindaco sono stati ammessi a partecipare all’incontro con il Ministro  Giuseppe Provinzano  sono un gruppo sparuto di sindacalisti fra i quali si è incuneato qualche cittadino ma è stata esclusa la maggior parte dei consiglieri comunali e tutti i giornalisti, nonostante fosse stato richiesto l’accredito. Mugugnavano i consiglieri comunali: moltissimi non erano presenti, alcuni sono andati via vista anche la serata di sabato e l’ora tarda e quelli rimasti, pochi in verità, hanno espresso ad alta voce il loro dissenso di fronte ad un incontro diventato privato.

Quache giornalista ( solo qualcuno, altri come sempre, hanno accettato lo stato di fatto e fra questi anche qualcuno non iscritto all’albo professionale) ha espresso il suo malcontento. Tutto comincia dai ritardi. Il Prefetto è arrivata per prima e nessuno l’ ha accolta. “Esprimo sdegno per il trattamento di assoluta avversione  – scrive il dott. Franco Infurna – manifestato dalle forze dell’ordine nei confronti dei giornalisti e degli operatori tv in occasione della visita del ministro per il Sud Giuseppe Provenzano, con l’amministrazione comunale assolutamente passiva malgrado avesse precedentemente preteso l’accredito specifico degli organi di stampa. Vista anche l’ora tarda della visita, con agenzie e giornali ormai prossimi alla chiusura di pagine e redazioni, si chiedeva solo di scattare qualche foto e di effettuare poche riprese del tavolo di confronto col ministro. Invece in quella stanza del sindaco, alla riunione c’erano tutti, anche i curiosi, tranne che i giornalisti, cacciati fuori come degli appestati. Qualcuno ha espresso con fermezza la protesta al signor sindaco che, chiedendo l’accredito, avrebbe dovuto in ogni modo garantire l’esercizio dell’attività giornalistica. Non si venga a dire poi che le foto sono state fornite dall’ufficio stampa perché avrebbe il sapore della provocazione (dateci pure la velina e non c’è più bisogno di giornalisti e fotoreporter). Quello che è avvenuto a fine lavori interessa solo alla cronaca dell’indomani. Troppo tardi per quella della giornata. Quella scritta ieri non è stata una bella pagina di democrazia e nemmeno di stile”.

 

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