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Pronti entro dicembre 80 loculi

Gela – Sono quasi pronti e saranno consegnati i primi di dicembre, come promesso, i primi 80 loculi realizzati al cimitero di Farello per tamponare l’emergenza dovuta all’impossibilità di procedere alle sepolture dei defunti. Sono più di 20 le salme che, attualmente, attendono un loculo, e questa mattina il Sindaco Lucio Greco si è recato sul posto per vedere a che punto sono le costruzioni. Emergenza nell’emergenza sono i decessi causati dalla pandemia da Covid, che stanno facendo innalzare la media delle morti annuali in città acuendo una criticità atavica. “Non ci stiamo dormendo la notte, – ha dichiarato il Sindaco Greco – e occorre lavorare incessantemente sulle politiche cimiteriali per eliminare il prima possibile questa vergogna che abbiamo ereditato. Do la mia parola che, a breve, daremo una degna sepoltura ai nostri concittadini defunti. Tra pochi giorni consegneremo questi 80 loculi, e non escludiamo che altri blocchi prefabbricati da 80 possano essere costruiti accanto a quelli quasi pronti e in attesa di collaudo. In primavera – aggiunge – contiamo, invece, di ultimare il progetto per gli 840 loculi. Abbiamo confermato l’incarico al progettista e puntiamo a far partire i lavori entro maggio per averli già entro l’estate. Subito dopo ci concentreremo sulla soluzione definitiva, quella a lungo termine, che dovrà dare respiro alla città per gli anni a venire fermando per sempre le requisizioni”.

Tra le salme che attendono una degna sepoltura ci sono anche quelle dei tre componenti la famiglia Savà, cancellata dal coronavirus nell’arco di pochi giorni. “Sono addolorato per questa tragedia e vicino ai familiari, – ha dichiarato Greco  – colpiti da tre gravissimi lutti in meno di due settimane, e mi impegno personalmente a fare in modo che vengano tumulati uno accanto all’altro. Uniti nella morte come lo sono stati nella vita”.

Anche al cimitero monumentale, intanto, si lavora senza sosta per reperire nuovi locali ed è in atto un censimento per capire quanti sia possibile liberarne dopo la traslazione nell’ossario dei defunti sepolti da più tempo.

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