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Prima sperimentazione della terapia monoclonale a Gela

Gela – Prima sperimentazione della terapia monoclonale all’ospedale di Gela. La dose di anticorpi è stata somministrata su un uomo di 37 anni contagiato da coronavirus all’interno della sua famiglia. La terapia ha avuto effetti benefici ed il paziente che, pure resta in quarantena domiciliare, sta bene e si avvia alla guarigione.

Gli anticorpi monoclonali (o MAb, dall’inglese Monoclonal Antibodies) sono particolari tipi di anticorpi, prodotti con tecniche di DNA ricombinate a partire da un unico tipo di cellula immunitaria. Gli anticorpi monoclonali possono essere definiti come proteine omogenee ibride, ottenute da un singolo clone di linfocita ingegnerizzato.

Gli anticorpi monoclonali sono molto sfruttati in ambito clinico, sia per scopi diagnostici che per scopi terapeutici.

Gli anticorpi monoclonali, parlando in linea generale, possono avere funzione preventiva contro il nuovo Coronavirus. Se vengono somministrati a soggetti che successivamente contraggono l’infezionepossono bloccare l’ingresso e la duplicazione del virus nelle cellule di tali soggetti inibendo lo sviluppo della malattia o comunque determinando una malattia meno grave.

Tuttavia, come verrà spiegato più ampliamente nei paragrafi successivi, non rappresentano una soluzione di facile applicazione su larga scala.

Per quanto riguarda un uso terapeutico, invece, il Prof. Dagna spiega: “Questi anticorpi hanno un’efficacia molto alta nelle fasi precoci dell’infezione, che sono quelle più dipendenti dalla replicazione virale.

Semplificando molto, infatti, la malattia da Sars-Cov-2 si presenta sostanzialmente in due fasi:

una iniziale di malessere generale con mialgia, perdita dell’olfatto (anosmia), perdita del gusto (ageusia) etc., che probabilmente dipendono dalla replicazione virale diretta;una seconda, più pericolosa, caratterizzata da problemi respiratorifebbre molto alta danni agli organi interni, legata presumibilmente all’eccesso di risposta immunitaria e che sembra essere indipendente dalla replicazione del virus.

Quindi in quest’ultima fase, anche se si va a bloccare la replicazione virale, verisimilmente non si riuscirà a trarne giovamento, in quanto si devono fronteggiare gli effetti legati all’attivazione del sistema immunitario.

In questa seconda fase, dunque, forse è più importante ridurre l’eccesso di risposta immunitaria”. Il vantaggio degli anticorpi monoclonali è che sono una terapia molto specifica, con delle buone percentuali di successo, poiché appositamente costruita attorno al virus, ma con un’efficacia solo nelle fasi molto iniziali di malattia, come già accennato.

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