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‘Posteggiata’ in attesa di tampone

Gela – Se in giro per la città si respira aria di normalità e di libertà dal coronavirus, negli ambienti sanitari l’incubo resta sempre in agguato. I casi sospetti ci sono sempre e con essi gli allarmi anche se i gelesi non ne vogliono sentir parlare e imputano responsabilità a chi, come noi, a volte descrive i fatti oggettivi. Come quello di ieri nel quartiere Ospizio marino. I sei pazienti di cui ancora si deve conoscere il risultato del tampone. E poi ci sono altre due storie registrate nell’Rsa di Macchitella: una, quella di una donna anziana per la quale il sospetto era più forte che per altri in quanto vissuta nell’area di pertinenza di un paziente positivo. “La nostra ospite è stata sottoposta a tampone il 29 aprile- spiega il direttore sanitario dell’Rsa, dott. Emanuele Barberi – il risultato era negativo; ha finito la quarantena ed adesso siamo in attesa del secondo tampone come previsto dal protocollo sanitario Co-Vid-19” . Ma non ci sono notizie per il secondo esame. Vero è che la paziente sta bene, ma per reimmetterla negli spazi comuni, per farle vivere la vita della struttura, fatta di momenti di convivialità e di distrazione, serve la certificazione che solo il secondo tampone può dare. Ma niente. Le esigenze sono tante e tarda ad arrivare. Ieri poi è scattato l’allarme per un’altra paziente dell’Rsa che accusava problemi di respirazione: è stata trasferita in ospedale per effettuare esami accurati, rimandata in struttura senza aver ottenuto l’esame specifico.

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