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Per il progettista del Lungomare Anzaldi la Conchiglia si può rifare

Gela – Gela è la città dei monumenti distrutti. Nulla si conserva, come avviene in tutte le realtà del mondo. Si rade al suolo il Palazzo storico del Corso Vittorio Emanuele angolo Piazza Umberto ed il suo monumento si va ad occultare in un angolo nascosto della Villa comunale. Si distrugge la colonna del Duce ed il vecchio pastificio del Lungomare. Si mura la chiesa di San Rocco ( nella foto scattata dall’alto)

e l’Arena degli anni 40, nella zona della stazione, finisce nel dimenticatoio. Questa è Gela. La città che non sa valorizzare il passato e calpesta il presente. Adesso tocca a ‘La Conchiglia’ il simbolo degli anni d’oro, del dopoguerra. Il simbolo della rinascita di un popolo, del lusso, del divertimento dopo gli anni bui; il simbolo della civiltà del mare che riprende la tradizione della Grecia antica da cui trae origine anche il nome della città. Ma i gelesi queste cose le sanno? Ne sono pienamente consapevoli ed orgogliosi? Hanno mai fatto la rivoluzione per le migliaia di reperti archeologici che dalle viscere della terra sono finite negli scatoloni a Caltanissetta per un tranello ordito ad hoc? Risale a qualche giorno fa la visita dell’assessorato sul relitto Conchiglia con l’annuncio della sua demolizione. Tutti zitti. Perchè al gelese interessa la sua casa e niente di quello che gli sta intorno. Tutta si è alzata una flebile voce da parte dei più impegnati. La classe dirigente attuale nasce da quel sito: numerosi sono stati gli amori nati lì. Ecco una foto del 1963, sullo sfondo la maestosità dello scalone e uno scorcio del palazzo di archeologia industriale, anche quello demolito.

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Tutto rigorosamente sui social. Di fatto c’è un movimento di opinione per la conservazione ed il rilancio per cercare di costituire un comitato di valutazione anche in virtù di possibili finanziamenti pubblici/privati e una sorta di partecipazione collettiva da parte della cittadinanza che ha a cuore la Conchiglia e non vuole che se ne perda il ricordo che per noi gelesi è divenuto simbolo e identità cittadina per provocare una sorta di reazione che possa far prendere in seria considerazione l’idea di una ricostruzione della Conchiglia. Anche il Movimento civico Gela com’era si è schierato per il recupero. Ma la voce più autorevole in questo panorama d’opinioni è quella del progettista del Lungomare, arch. Rino Anzaldi che ha presentato una prima bozza di un progetto sul quale sta lavorando che dice senza riserve che l’opera si potrebbe recuperare.

“L’idea di progetto prevede un rigido rigore formale nel rispetto dell’immagine del manufatto – dice il progettista Anzaldi –  inoltre nell’ipotesi costruttiva si possano usare materiali e soluzioni più all’avanguardia e pertanto più al passo con i tempi. Nell’uso degli spazi interni si possono prevedere mille soluzioni possibili e non ultima, appunto, l’idea di un museo del mare per accogliere i reperti della nave greca e altro. In ogni caso qualsiasi cosa possa porre al centro dell’attenzione il manufatto in modo da offrire possibili sviluppi culturali e turistici. Io avevo pensato ad un’idea di restauro inserita nel progetto lungomare con una passerella nuova con materiali nuovi. Ma il progetto era stato bocciato perchè mi era stato detto che la Conchiglia non si tocca”. Adesso invece si parla di demolizione. Della Conchiglia se ne parlava ai tempi del sindaco Crocetta; l’architetto Anzaldi la inserì nel suo progetto sul Lungomare ma si frapposero talmente tanti ostacoli burocratici e dei privati che ne rivendicavano la proprietà, tali che la Soprintendenza pose il veto.

L’idea si innesta in questo preciso momento storico in cui è quasi tutto pronto per la realizzazione del secondo lotto che cambierà il volto del Lungomare di Gela.

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