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Nuovo medico alla Breast Unit, ma ancora tanta strada da percorrere

Di Martino: serve un radiologo e un chirurgo plastico

2020 a. D. : l’anno della Breast Unit per l’ospedale di Gela. Un’Unità semplice dedicata alla prevenzione e cura della salute del seno femminile ed in particolare alla cura del tumore legato a questa porzione del corpo della donna spesso colpito, prima in maniera funesta, oggi, grazie alla ricerca operabile e con una lunga aspettativa di vita. Un altro medico è stato assegnato all’Unità operativa. Si tratta del chirurgo Maurizio Ristagno di origine niscemese e con un lungo curriculum composto da diverse esperienze lavorative maturate in diversi ospedali siciliani ed italiani

Ha firmato il contratto a fine anno e dal primo gennaio è assegnato alla senologia. Del resto era stato annunciato al Salus festival dalla direzione strategica dell’Asp di Caltanissetta  con a capo  il direttore Alessandro Caltagirone che, un mese fa ha consegnato la delibera dell’unità senologica semplice dipartimentale (breast unit) all’ospedale di Gela alla popolazione è alle donne che negli ultimi anni hanno combattuto per questa conquista. Lo specialista  Giuseppe Di Martino, responsabile della struttura sanitaria semplice, la porterà avanti insieme alla dottoressa Valentina Territo, al chirurgo Maurizio Ristagno ed alle volontarie dell’Ados Italia che da 20 anni si spendono per le donne del territorio come è previsto nel regolamento. “Lavoriamo da anni a questo progetto – dice lo specialista Giuseppe Di Martino, fresco di premio Laudato medico – quello dell’assegnazione dell’Unità operativa è un primo steep , adesso dobbiamo ottenere altre figure dedicate come il radiologo , il chirurgo plastico, tutte previste nel modello  di Breast Unit ma ancora non assegnate a quella di Gela. Non demordiamo. Continueremo a batterci, del resto i risultati ottenuti confanno ben sperare, quindi andiamo avanti per ottenere il massimo in difesa delle donne di Gela e del comprensorio”.

Attualmente, in Italia ancora molti tumori al seno vengono trattati in centri poco specializzati e da personale che effettua pochi casi l’anno: due fattori chiave che influenzano la probabilità di sopravvivenza e la qualità di vita.  assicura la presenza di chirurghi, radiologi, patologi, oncologi, radioterapisti, infermieri, tecnici di radiologia e data manager che dedicano tutta o la maggior parte della propria attività al trattamento della mammella, e di molte altre figure: psiconcologo, onco-genetista, chirurgo plastico, fisiatra, fisioterapista e medico nucleare specializzati nella patologia mammaria.. In ogni centro deve essere identificato il coordinatore clinico.  Assicura la tempestività nella diagnosi.  Svolge le riunioni multidisciplinari settimanali per discutere collegialmente ogni singolo caso, sia prima dell’intervento chirurgico, sia dopo. Le riunioni sono i momenti in cui l’équipe si riunisce per: fare una valutazione condivisa della diagnosi e dell’estensione della malattia; stabilire la strategia terapeutica, dando indicazioni puntuali per la chirurgia, per la terapia farmacologica, per la radioterapia, per la terapia riabilitativa e per la fase dei controlli (follow up). A queste riunioni partecipano professionisti che hanno una competenza specifica nel carcinoma della mammella. In particolare: radiologo, anatomopatologo, chirurgo, oncologo medico, radioterapista, fisiatra e un infermiere di senologia. La seduta si conclude con un referto scritto che riassume i dati clinici della paziente e le decisioni, e che individua la persona che effettuerà il colloquio con la paziente e la prenderà in carico.

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