Noto – Esistono tanti modi per cercare Dio. C’è chi lo cerca nella contemplazione, chi nella gioia, nella solitudine, nella natura con San Francesco, nella riflessione filosofica e teologica come Sant’Antonio. C’è chi lo cerca nelle forme artistiche. Nasce il primo Festival di Pop Theology che si terrà a Noto il 22 agosto sullo splendido Sagrato della chiesa del Salvatore
‘L’ ‘anima cerca. Cerca un senso, Dio, l’altro. Cerca pienezza. È un paradosso che nell’era psicologica l’anima sia così denutrita. Le patologie sono in aumento perché diminuiscono gli spazi di bellezza, di silenzio, di preghiera, di qualità relazionale. L’arte prova a esprimere l’anima: il suoi bisogni e il suo grido di dolore. “Quello che ci ripromettiamo di fare con il primo Festival di Pop Theology – dice uno degli organizzatori,o psicoterapeuta Tonino Solarino – è trovare spazio e tempo per l’anima e i grandi temi dell’esistenza. Lo faremo utilizzando generi narrativi diversi, secondo l’ intuizione pastorale del vescovo Staglianò, per poter vivere una esperienza di cultura popolare, perché a portata di tutti. Lo facciamo in tempo di coronavirus per testimoniare la speranza della ripartenza. Una ripartenza che per essere solida non può essere solo economica, ma anche culturale, sociale, spirituale”.
Il tema dell”evento è ” l”anima cerca un senso, l’arte la esprime”. C’è una grande epidemia di cui non si parla: quella dei “morti per disperazione”.
Disperati senza futuro, senza direzione, senza legami. Giovani e adulti massacrati da modelli di vita che scartano se non ci si omologa e non si corrisponde al falso mito di ” essere vincenti” . Un numero impressionante di suicidi in continuo aumento nel silenzio generale. Se Dio e il prossimo muoiono anche l’io soccombe.
Abbiamo bisogno di senso, di speranza, di sentirci utili e amati. L uomo ha bisogno di una buona notizia sulla nostra esistenza. La riflessione avverrà con Tonino Solarino, Giuseppe Nifosi e il vescovo Staglianò utilizzando generi narrativi diversi e testi della musica Pop. Canteranno i testi Carmeluccia Tarascone e lo stesso vescovo Antonio accompagnati dal maestro Giannino Amore al pianoforte, da Franco Agosta alla chitarra e altri musicisti.
