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Musumeci: “Gela può vivere di cultura e agricoltura”

Il Museo del Mare si farà

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Gela – “Sono venuto specialmente per i giovani, in questo momento difficile in cui l’incertezza del futuro contagia il passato. Io appartengono ad una generazione che ha vissuto il passaggio dalla società agricola in cui si dormiva col mulo accanto alla società industriale che ha portato gli effetti deleteri sull’ambiente. Il resto è storia e qualcuno di voi l’ha vissuto sulla propria pelle. Quel capitolo è chiuso. Scegliere fra la sicurezza dell’ambiente e il lavoro non sempre si può fare, specialmente con certa industria. La Sicilia non è vocata all’industria pesante e la Regione ha tirato fuori 10 milioni di euro per scegliere l’industria leggere, come lo ha fatto lo Stato. Gela può puntare al turismo culturale che si possa coniugare all’agricoltura di qualità. La materia prima c’è. L’errore è stato compiuto negli anni 60. L’industria ha portato tanto benessere, ma si è esaurito a Gela come si esaurira’ a Siracusa. Noi dobbiamo governare questo passaggio. Il turista vuole vedere tante cose in poco tempo. Qui c’è tutto per offrire quello che serve.

È finito il tempo dello scoramento. Ragazzi, dovrete prendere la vita nelle vostre mani. Potete scegliere di andare ma l ‘importante è avere un biglietto di ritorno in tasca. Noi abbiamo investito su di voi. Se anche voi andrete via qui resteranno solo i vecchi e le culle vuote. Decidete voi io questa partita non la posso vincere da soli. I nostri nemici sono la mafia, il tempo e la rassegnazione. Il nostro nemico è la rassegnazione.

Cambiamola questa città. Stamattina è stato firmato il progetto esecutivo per la realizzazione del Museo del Mare. Tre mesi e poi si comincia a lavorare al Bosco Littorio. Se non ci sono intoppi inaugureremo entro il 2021. E la dott. Panvini propone di chieder i pezzi di Gela. Per il Museo stiamo intervenendo con somma urgenza. Demoliremo la parte vecchia poco stabile e poi trasportetemo la nave arcaica. Per il porto la questione non compete la Regione ma stiamo lavorando. Adesso vado a Timpazzo perché lì c’è il primo impianto pubblico per il trattamento dei rifiuti. A voi dico preparatevi ad affrontare la vita. Io sono cresciuto senza genitori, sono caduto mille volte e mi sono rialzato. Avrei potuto essere assoldato dalle cosche e invece ho tenuto la varrà dritta. Non avrei mai creduto di diventare presidente della Regione, io figlio di operai che mangiavo il pane inzuppato nel latte, perché niente si poteva buttare. Qual è il mostro compito. Come possiamo essere di aiuto agli altri. Nulla può essere regalato. Tutti dobbiamo fare squadra ed in questo la scuola è maestra. E anche la politica inventata 2500 anni fa e tutte le categorie sociali. Non è la laurea a fare la buona società. È il lavoro che fa la società e la tuta sporca di un operaio ha la stessa dignità del camice di un primario. Ve lo dico da padre”.

 

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