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L’Ugl chiede un incontro per la posizione degli RMI impiegati in attività socialmente utili

Caltanissetta – I percettori del Reddito Minimo di Inserimento usufruiscono di un contributo regionale, il cui onere grava sul bilancio della Regione Siciliana, tale da garantire loro il minimo di sopravvivenza.

Una richiesta di incontro è stata presentata dal segretario regionale dell’Ugl Giuseppe Messina e dal segretario territoriale Andrea Alario.

“Si tratta di un blocco di lavoratori che già dal 1998 rappresenta un ingranaggio fondamentale delle
amministrazioni – scrivono i rappresentanti sindacali – tanto utile al punto che senza queste risorse umane, gli enti utilizzatori sarebbero costretti
ad esternalizzare gran parte dei servizi erogati.
I finanziamenti ai cantieri di lavoro vengono prorogati dalla Regione Siciliana di anno in anno,
confermando così nelle province di Caltanissetta ed Enna, l’ennesimo bacino di precariato non tutelato da
alcun contratto di lavoro.
I fondi stanziati dall’ Assessorato, oltre a finanziare i cantieri di servizi, accompagnano parte
dei beneficiari verso la fuoriuscita da un palliativo assistenziale che proprio nel 2021 compie 23 anni dalla sua
sperimentazione nazionale. Un tempo troppo lungo per una misura concepita come provvisoria.
Il Reddito Minimo d’Inserimento è stato sperimentato nel 1998 tra le province italiane classificate come le più povere. Tra esse, in Sicilia vennero individuate Caltanissetta ed Enna. Degli originari
2.800 lavoratori coinvolti, oggi operano in 1.200 circa.
E’ anche significativo il fatto che, le amministrazioni comunali, non hanno ad oggi approvato alcun
provvedimento utile ad accompagnare i suddetti soggetti verso la fuoriuscita dal bacino del precariato, così
come previsto dalle norme, infatti nulla ad oggi è stato fatto affinché si concretizzasse tale percorso, anzi

contrariamente a ciò, talune amministrazioni comunali hanno di volta in volta bandito dei concorsi senza
tenere conto della presenza degli anzidetti lavoratori precari da tanti anni utilizzati nei vari servizi.
Pertanto, la scrivente Organizzazione sindacale, con la presente intende chiedere se ha già in
atto un progetto che preveda l’inclusione dei suddetti soggetti percettori del Reddito Minimo d’Inserimento
in un processo di stabilizzazione che dia loro dignità e nuove prospettive future.
A tal uopo sarebbe necessario che l’Assessorato da Ella rappresentato, predisponesse un DDL che
mirasse alla stabilizzazione del suddetto personale RMI e che tale provvedimento prevedesse nel suo
contesto l’avvio, da parte delle Amministrazioni comunali, delle procedure di stabilizzazione.
Occorrerebbe inoltre, che la S.V. si impegnasse affinché venisse ad essere ampliata la platea di
lavoratori coinvolti nel quadro delle emergenze regionali da presentare al governo centrale, includendo
anche i percettori del Reddito Minimo d’Inserimento nel doveroso e non più rinviabile processo di
abbattimento del precariato.
Pur tuttavia, la scrivente Parte sindacale territoriale, nella considerazione che il bacino RMI ricade
essenzialmente nel territorio nisseno, rappresenta la volontà di collaborare, in stretta sinergia ed in
un apposito tavolo tecnico, affinché venga fatta una specifica analisi procedurale, propedeutica alla soluzione
della pluriennale questione, ponendo in essere tutti gli strumenti giuridici atti a definire il percorso che fu
sperimentale e che oggi produce ancora precariato presso le 35 realtà urbane della Sicilia”.

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