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Luca Agati non può morire per sempre. Un libro ne perpetuerà la memoria

Servono le testimonianze di chi lo ha conosciuto

Gela – ‘Sol chi non lascia eredità d’affetti, poca gioia ha nell’urna…’ I versi eterni di Pascoli echeggiano ancora dopo secoli. Luca invece ha lasciato in terra tanti affetti che lo amano ancora e forse più di prima anche se non lo vedono più entrare dalla porta indaffarato, con i minuti contati e pieno di appuntamenti. La sua eredità di affetti che si incarna nella sua famiglia, nei genitori, nei fratelli, nella moglie e nei tanti amici che non lo dimenticano vuole imprimere il messaggio sulla sua vita in un libro che ne traccerà la personalità. A pensarci sarà il vicario foraneo di Gela, Don Lino Di Dio, già autore di altre pubblicazioni, che ha preso su di sè l’incarico di redigere il profilo di un uomo protagonista della realtà di Gela ma molto conosciuto in Italia per tramandare una storia che merita di essere approfondita. Per questo servono testimonianze. Molte ce ne sono già ma devono essere codificate e raccontate per potere tracciare il profilo umano e professionale di un uomo che tanto ha vissuto seppure in pochi anni, la cui vita è stata stroncata troppo precocemente.

 

 

Luca Agati non conosceva la parola ‘ozio’. Quante volte abbiamo sentito l’espressione: “cerco lavoro e nel frattempo passo tempo”. Per lui questa frase non esisteva. Nonostante sin dalla nascita avesse già una prospettiva di lavoro nell’azienda di famiglia, ne ha creato altri di lavori, allargando gli orizzonti. A 9 anni aiutava il fratello maggiore Angelo nel vivaio di via Romagnoli che hanno costruito con le loro stesse mani come San Francesco nella Porziuncola: sollevata con forza i blocchi di pietra per elevare i muri. Aveva la passione per la musica il giovanissimo Luca ed a 11 anni; i suoi genitori avevano acquistato un appezzamento di terreno nella località balneare di Manfria e Luca ha avuto l’idea di cominciare a creare una piccola discoteca invitando amici e parenti, con i primi apericena dando il via a quella che divenuta una delle prime strutture ricettive del territorio.  Contemporaneamente ha dato il suo contributo all’organizzazione del primo ferragosto pubblico al Boomerang, ai tempi in cui il ferragosto siciliano veniva festeggiato semplicemente con la pizza in spiaggia. Non aveva niente; neppure l’energia elettrica. Ha coinvolto la signora Stimolo che si è messa a disposizione per fornirla. E poi l’invito a Firenze a 14 anni, per partecipare ad una gara di palloncini in cui ha vinto il 1° premio con la creazione di carretti siciliani.  Da qui è iniziata l’attività dei ballon. E ancora i ferragosto a seguire in cui affinava l’attività di catering. A 16 anni faceva da supporto ai professionisti della ristorazione di Canicattì. Già giovanotto ha partecipato alle diverse edizioni del Carnevale a Gela ai tempi d’oro in cui la tradizione prendeva piede con i sindaci Gallo e Crocetta e l’allora assessore Donegani. L’eco delle realizzazioni maestose sono arrivate financo a Venezia dove è stato invitato da un’azienda di eventi, ad Acireale. Consigliere privilegiato per i catering di eventi cinesi, per gli allestimenti a Palazzo Mattina, Villa Peretti; ospite a Palazzo Biscari di Catania ed al teatro Massimo di Palermo. Nel frattempo, maturata l’esperienza e incontrato l’amore della sua vita , Angelica Romito, dà vita al negozio di piante ed allestimenti dove confluivano tutte le attività con il marchio Lucagati event che continua ad operare ancora oggi. Il 7 agosto scorso il vulcano- Luca si è spento. Ma la famiglia non ci sta a spegnere la fiamma del suo estro. Vuole mantenerla in vita con un testo che possa rappresentare il manifesto dell’operosità in un mondo che non costruisce ma pretende tutto e subito. Luca ha costruito un piccolo impero di attività in una vita breve e non può finire così. Il suo messaggio di laboriosità deve potere arrivare alle future generazioni attraverso il racconto di chi lo ha conosciuto. Per questo è utile farsi avanti per lasciare la propria testimonianza. “Abbiamo ricevuto migliaia di messaggi – aggiunge Rocco Agati – privati, su Facebook, su tutti i canali possibili. Luca deve vivere nel libro di Don Lino. Fatevi avanti ed aiutateci a mantenere vivo il ricordo”.

Chi vuole dare il proprio contributo può inviare una mail a questo indirizzo: ‘pasqualino.didio@virgilio.it

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