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Lettera di un maturando al Ministro dell’Istruzione

"la scuola non è la priorità di questo momento... ci vuole equilibrio in questo momento storico"

La situazione della scuola al tempo del coronavirus ha indotto un ragazzo maturando di 18 anni a scrivere al Ministro Azzolina. Il giovane si chiama Giuseppe Asero, frequenta la 5° classe del Liceo classico di Lovere e vive a Clusone nel bergamasco, la zona rossa dove sono stati registrati più morti. E’ il nipote del Maresciallo Domenico Resciniti che vive ed ha prestato servizio per decenni presso i carabinieri di Gela

 

“Cara ministra,

mi riservo queste poche righe per cercare di esporle come la situazione attuale sia difficile anche per noi studenti.

Sono fermamente d’accordo con lei quando afferma che la Scuola sia un’istituzione fondamentale nella crescita personale di ogni individuo e nella sua formazione per l’accesso ad una futura professione.

Proprio in quanto fondamentale, anche in un’occasione come questa la Scuola deve essere esemplare nei confronti degli studenti, ponendosi come ente che si accompagna al nucleo familiare, rassicurando gli studenti, e non dando in maniera eccessiva  motivazioni che possono suscitare ulteriore preoccupazione.

Non si può fare finta di essere ancora sui banchi di scuola, non è così, è consapevole sicuramente meglio di noi tutti che la gravità di questo momento obbliga a prendere delle misure differenti, mai prese fino ad ora.

Una delle tante cose che ho imparato in questi anni di scuola è il concetto della μεσότης (misura/equilibrio), un concetto che trova le sue fondamenta nella civiltà greca, una civiltà che ha stabilito,inconsapevolmente, le basi della cultura occidentale; credo che questo concetto debba essere applicato anche in questa circostanza.

La Scuola deve assistere gli studenti, deve esser loro vicina, questo non vuol dire però né  rincarare i carichi di lavoro né accentuare la pressione da parte dell’istituzione scolastica.

Conosco molte persone che al momento stanno purtroppo affrontando lutti o che in generale hanno altre problematiche, sia a livello familiare che non, e proprio per questo non riescono completamente a seguire ciò che viene assegnato, essendo la mole di lavoro sempre maggiore e crescente.

Anche volendo indirizzare la mente verso gli studi il cuore rivolge il suo volto verso altre priorità, e credo sia assolutamente normale e giustificato, vista l’emergenza.

Non si tratta di pigrizia quanto di preoccupazione verso questa situazione che sempre di più riguarda da vicino ognuno di noi.

Quello che chiedo, personalmente, è di fare passare il messaggio che la scuola non è la priorità di questo momento, nonostante la sua grande importanza; non si può pretendere che uno studente stia ore ed ore sui libri in questa circostanza, molti di noi hanno purtroppo altre preoccupazioni che non permettono il totale dispendio di energie nello studio.

Così come la scuola non si deve fermare, neanche i sentimenti e  il senso di umanità che permeano ciascuno”.

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