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L’estate rossa di Gela

Gela – Chi l’avrebbe mai detto che l’estate 2021 sarebbe stata così. Giornate splendide eppure spiaggia deserta e ombrelloni chiusi. Una guerra silenziosa. Ristoratori in lacrime con spesa in frigo per banchetti da 100 commensali  e disdette sulle prenotazioni. E poi tamponi a iosa positivi. “Dott.ssa il tampone risulta incerto”. “Scrivi positivo e basta”, risponde la titolare del laboratorio di analisi; questa categoria è l’unica che può dichiarare il bilancio in attivo, e chissà per quanto tempo ancora…. Tamponi positivi, poi negato e poi ancora positivi in pochi giorni..

Ragazzi a casa senza sintomi eppure positivi. Ospedali vuoti e zona rossa. Ma nessuno si chiede se esiste qualche discrepanza. Si litiga senza esclusione di colpe fra vaccinati e non vaccinati percepito orami come untori da tenere a distanza. Eppure sono bravi i gelesi. Le strade sono deserte, o quasi. Qualche bagnante intrepido viene scoraggiato dai pochi vigili urbani in servizio che con le scarpe piene di sabbia rincorrono chi si azzarda ad andare a mare. Poi ci sono i furbi che hanno trovato il sistema per vivere: si allontanano a pochi chilometri dove non ci sono vigili urbani e nessuno rincorre i gelesi sotto il sole, unico modo per sopravvivere a questa torrida estate difficile. Ormai si sa quali sono le regole e si applicano a Gela. Poi i lidi di Butera, Licata, Acate e Marina di Ragusa sono stracolmi di gelesi in fuga. Aumentano i tamponi positivi su soggetti sani, i ricoverati restano 6 e si grida al pericolo. Cronaca di un’estate inaspettata, la seconda, senza reazioni e senza richieste di lavoro legittimo. Qualcuno sabato è andato in piazza: una decina, forse. Ma una rondine non fa primavera e restano i locali chiusi, in attesa del miracolo.

 

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