Attualita

Effetto coronavirus: impennata dei prezzi in edilizia

Palermo  – Con una nota inviata al ministro delle  Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, alla  viceministra Teresa Bellanova, al sottosegretario Giancarlo Cancelleri  e al governatore Nello Musumeci anche nella sua veste di commissario  straordinario per alcune opere strategiche, il presidente di Ance  Sicilia, Santo Cutrone, lancia l’allarme sul futuro delle imprese  edili siciliane.

Infatti, l’improvviso caro-prezzi delle materie prime mette a rischio  l’attuazione delle tre principali misure messe in campo per  risollevare l’economia: il “Recovery Plan”, il Superbonus 110% e le  Opere strategiche commissariate. E agli esponenti del governo  nazionale Cutrone evidenzia anche il fenomeno generalizzato dei  ribassi eccessivi nelle gare d’appalto, con l’appello ad adottare un  metodo trasparente e non prevedibile di determinazione della soglia di  anomalia, come quello già previsto in Sicilia dalla norma regionale  che è stata impugnata dal governo Conte bis solo, però, sul piano  formale e non sostanziale.

Cutrone evidenzia che “opere attese da decenni e talune ora  commissariate, vengono poste in gara con megaappalti irraggiungibili  per le ridotte dimensioni delle imprese locali. E le speculazioni  internazionali in atto sulle materie prime – che hanno comportato  aumenti di prezzo del 110% per l’acciaio, del 40% per il polietilene,  del 34% per il petrolio, del 20% per il legno, del 17% per il rame,  del 15% per il bitume e del 10% per il cemento – stanno compromettendo  l’esecuzione degli appalti in corso con forti difficoltà per le  imprese aggiudicatarie dei lavori ma, soprattutto, rischiano di  rendere insufficienti le risorse stanziate nel ‘Recovery Plan’ per la  realizzazione delle infrastrutture”.

“Nello stesso tempo – denuncia Cutrone – molti condomìni e famiglie  che intendono eseguire ristrutturazioni avvalendosi del Superbonus  110%, si stanno vedendo costretti a non realizzare parte delle opere  programmate, o addirittura a rinunciare del tutto ai lavori, perché  l’aumento delle materie prime supera di gran lunga il limite imposto  dall’Agenzia delle Entrate per l’accesso al credito fiscale”.

Di conseguenza, Cutrone chiede, da un lato, che “le grandi opere  strategiche vengano appaltate in lotti di importo non superiore ai 100  milioni di euro ciascuno, in modo da consentire la partecipazione alle  gare anche alle imprese locali dell’Isola”; e, dall’altro lato, invita  “il ministro Giovannini, la viceministra Bellanova, il sottosegretario  Cancelleri e il governatore Musumeci, ciascuno per la propria  competenza, a tenere conto del caro-prezzi, sia sostenendo  l’emendamento al Dl ‘Sostegni bis’ suggerito da Ance nazionale che  mira a salvaguardare i contratti in corso adeguando i prezzi alle  novità del mercato, sia prevedendo, soprattutto in Sicilia, un  adeguamento specifico del prezziario nella fase della programmazione  dei fondi europei e nazionali di prossima attivazione”.

“E a tutti – conclude Cutrone – chiedo di intervenire anche a livello  europeo, per contrastare le spinte speculative e la corsa agli  accaparramenti e per incrementare il recupero dei rottami che serve ad  aumentare la disponibilità di materiali e a calmierarne i prezzi.  Altrimenti di questo passo si andrà verso una generalizzata  indisponibilità di materie prime indispensabili per la vita quotidiana  di ogni cittadino”.

Mostra Altro

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button