Attualita

Le contraddizioni del sistema sanitario locale, in piena emergenza da coronavirus

Intervista al medico di famiglia Gianni Incardona

Gela – Abbiamo più volte affrontato il tema della sanità in questo momento storico: i tagli che espongono i cittadini a morte sicura, la mancanza di presìdi e la carenza di dispositivi di protezione. Oggi ne parliamo con il medico di famiglia di lunga esperienza, Gianni Incardona.

Dott. Incardona, ci fornisce un bilancio dl questo primo periodo dl lavoro straordinario che state facendo nella qualità dl medici dl medicina generale.

“Stiamo combattendo contro un nemico micidiale e invisibile- il coronavirus- senza armi: non disponiamo dl alcun dispositivo dl protezione individuale; stiamo andando al macello; solo
l’altissimo impegno e la grande professionalità dl noi medici dl famiglia ha posto finora un argine a questo dramma che sta vivendo la nostra collettività”.


Dottore, mi sta dicendo che, a distanza di quasi un mese dal primo decreto ministeriale ( fine febbraio ) non siete stati dotati dalla vostra azienda sanitaria dei dispositivi dl protezione?

“Stiamo lottando contro un nemico, il coronavirus, a viso aperto e disarmati: infatti e’
lunga la lista dei medici morti per contagio, a tutt’oggi 36 medici tra ospedalieri e medici dl
medicina generale; e aggiungo anche infermieri, operatori del 118, personale sanitario e
parasanitario vario. Le dirò di più:  e’ inconcepibile che non vengano rilevati esami tramite i tamponi al personale ospedaliero e ao medici dl famiglia, o meglio che vengono fatti prima al calciatori che al medici”.


Dott. Incardona considerato che avete gli studi aperti pur visitando con molta prudenza chi ne
ha bisogno, le risulta che nella nostra città non si praticano ai bambini le vaccinazioni dl legge che il poliambulatorio di via Butera e’ praticamente chiuso che le visite specialistiche
ospedaliere sono limitate solo alle urgenze che i laboratori dl analisi cliniche e gli studi
radiologici accreditati svolgono un’attività ridotta?

“Le notizie che ho mi portano a confermare le difficoltà cui vanno incontro i cittadini che necessitano dl accertamenti specialistici: noi medici di medicina generale insieme agli eroici medici del pronto soccorso e agli anestesisti-rianimatori rappresentiamo, allo stato, l’unico baluardo contro il coronavirus, e il sindaco che, sicuramente malconsigliato, e’ andato in ospedale a verificare lo
stato dei lavori del reparto dl malattie infettive, avrebbe dovuto, già da tempo, farsi carico delle proteste giornaliere dei medici ospedalieri e dei medici dl famiglia che a tutt’oggi operano senza alcun dispositivo dl protezione individuale: se si ammalano i medici dl famiglia salta il sistema!
Caro sindaco e caro direttore generale dell’Asp di Caltanissetta, noi medici dl famiglia stiamo facendo il nostro lavoro in silenzio con abnegazione ma non ci potete chiedere di fare gli eroi.
A questo proposito ml corre l’obbligo di fare un plauso all’assessore alla sanità del comune di Gela avv. Nadia Gnoffo e al presidente della commissione sanita’ del comune dott. Trainito che, per prime e uniche voci, si sono adoperati per sensibilizzare le autorita’ a dotare i medici e i farmacisti ovverossia gli operatori sanitari dei necessari meccanisimi di protezione”.

Dott. incardona in conclusione , in questo drammatico momento cosa si sente dl consigliare alle autorita’ che stanno annaspando tra ritardi ed inadempienze.

“Voglio augurarmi che i medici ospedalieri non direttamente interessati all’aggressione al coronavirus, ortopedici, cardiologi, pneumologi, otorino, neurologi,psichiatri, così come gli specialisti ambulatoriali, si dimostrino subito sensibili ad offrire la disponibilità ad affiancare il direttore facente funzioni del servizio di  malattie infettive cosi da scongiurare ab inzio, le eventuali polemiche circa la
mancanza dl medici- così ml risulta avvenga in altre aziende ospedaliere.
Una chiosa per la direzione strategica dell’Asp cl 2: il 26 ottobre del 2019, ben cinque mesi fa, su disposizione aziendale il responsabile delle cure primarie dott. Roccia ha indetto le elezioni per i coordinatori delle cosidette aft ( aggregazioni funzionali territoriali). Sono stati eletti in tutta l’Asp 11 coordinatori.
a tutt’oggi non vi e’ stata alcuna delibera dl riconoscimento dl quelle nomine e dl quelle elezioni. Questo rappresenta un sicuro ritardo considerando che tra i compiti delle aft e dei suoi coordinatori vi e’ quello dl fungere da trait-union tra i medici dl medicina generale cioe’ il terrritorio e l’ospedale, gli specialisti, l’amministrazione comunale, l’Asp.
E quale migliore occasione in questo drammatico momento in cui a breve i medici del territorio, e non potra’ essere diversamente, saranno chiamati a gestire il covid-19 nei pazienti con lieve-media sintomatologia.
A questo proposito un dato allarmante ma che va sottolineato: per assistere un malato lieve sono necessari 15 kit dl protezione individuale al giorno per assistere un malato grave 24 kit di protezione al giorno”.

E purtroppo i kit non sono disponibili visto che i medici di famiglia lavorano senza protezione e stanno a contatto con possibili malati e con altro pubblico: quindi restare a casa non serve se poi non ci sono altre protezioni.

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