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La guerra sui preti: il comitato del Carmine risponde ad illazioni generiche

Con una lettera aperta risponde alle accuse mosse contro il parroco

Il Comitato parrocchiale della chiesa del Carmelo ha inviato una Lettera aperta a Don Franco Greco ed agli organi di stampa.

“Caro Don Franco, chi scrive è la voce della Parrocchia del Carmine di Gela e, in particolare, di quanti in questi mesi, con l’Amore ispirato da Maria, Sposa dello Spirito Santo, nonché Madre del Redentore, hanno accolto i tuoi amorevoli e  istruttivi insegnamenti.

In effetti, da quando è venuto, prematuramente, a mancare l’amato parroco Don Pippo Bentivegna, dopo qualche momento di smarrimento, tipico di chi, perdendo una persona cara, pensa che nessuno potrà più sostituirla, abbiamo pregato e, con speranza, invocato il Signore affinchè ci donasse una guida capace di prendere le redini della parrocchia e riorganizzare tutte le attività dei gruppi già esistenti ma che, purtroppo, dopo la perdita del pastore, avevano dovuto fermarsi in attesa dell’arrivo di un nuovo parroco che indicasse quelle direttive necessarie per ripartire con la gioia e la serenità di chi si sente sostenuto nel cammino, a volte tortuoso, della vita, parrocchiale e non, quotidiana.

Tuttavia, durante questo percorso, iniziato quando nello scorso ottobre il Nostro Vescovo, Rosario Gisana, ti affidava l’incarico di Amministratore della Parrocchia del Carmine, non vi è stato chi non si sia accorto di quanto minato sia stato, sin dai primi giorni,  il tuo generoso e amorevole lavoro di ricostruzione di una comunità spenta ma fiduciosa.

Sin dall’inizio, infatti, ti sei attivato organizzando riunioni con i rappresentanti dei vari gruppi, al fine di conoscere le realtà esistenti all’interno della parrocchia ma anche  i singoli parrocchiani, in modo da instaurare con ognuno un rapporto amichevole e paterno finalizzato solo alla crescita comune. Inoltre, dopo avere offerto la tua quotidiana disponibilità all’ascolto, in sede di confessione, hai anche invitato le varie categorie di quanti frequentano la parrocchia ( nonni, vedove, insegnanti, single) ad esprimere, nel corso di riunioni organizzate settimanalmente per ogni distinta categoria, i propri sentimenti e condividere gioie e/o eventuali disagi.

Come ignorare poi tutte quelle lezioni su come merita di essere proclamata la parola di Dio e, soprattutto, su come vivere la messa in comunione con Gesù, evitando inutili distrazioni da quello che è il cuore della messa ossia il momento eucaristico.

Ed ancora, come non ringraziare Dio per il tuo dono tutte le volte che guardiamo la scaletta in legno che hai fatto realizzare per potere raggiungere il famoso e antico pulpito da cui proclamare il vangelo e il meraviglioso e originale presepe che hai fatto costruire sopra l’altare centrale, quale segno di unione tra  cielo e  terra, tra nascita, morte e resurrezione di Gesù Cristo?

Purtroppo, però, come in tutte le belle fiabe in cui prima o poi appare sempre un lupo cattivo o comunque qualcuno che mini la pace e la serenità tanto agognata, c’è stato chi ha tentato di arrestare il palpito gioioso del nostro cuore.

Infatti, a parte qualche spiacevole episodio di gratuita maldicenza, dettata dal più acerrimo nemico dell’uomo, lo spirito di invidia, da ultimo, qualcuno ha turbato, in modo particolare, l’armonia che con l’aiuto di Dio si stava e si sta cercando di raggiungere.

Il giorno di Natale,  proprio quello che doveva essere un giorno di particolare gioia, è stato, infatti, ottenebrato dalla pubblicazione di un articolo che con crudele superficialità e, soprattutto,  senza che l’anonimo giornalista avesse preventivamente accertato la veridicità della fonte, come rigorosamente previsto dal codice deontologico, ti ha accusato  di abusare del mandato che Dio ti ha conferito praticando, secondo quanto asserito dall’anonimo “scrittore”, una sorta di “gestione fai da te” la quale sarebbe consistita nel tuo rifiuto di celebrare la messa  nei giorni di pioggia o freddo, impedendo, in tal modo, ai fedeli, tra cui sicuramente la fonte della notizia, di potere avere un momento di riflessione e di unione religiosa.

L’anonimo autore, tra l’altro, pur avendo tentato di dare un titolo generico all’articolo in questione -“ la Tradizione religiosa che si va perdendo” – ha finito con il rivelare l’effettivo intento della notizia mirante, invero, solo ed esclusivamente a calunniare te, nostro amato Amministratore e, speriamo presto, futuro parroco, che, contrariamente a quanto falsamente riportato nel suddetto articolo, celebri quotidianamente la Santa Messa senza mai mancare ai tuoi doveri di servo di Dio.

Orbene, tanto doverosamente premesso, ritornando a te Don Franco, in conclusione, noi tuoi figli spirituali con questa lettera vogliamo manifestare tutto l’affetto e la solidarietà che meriti ma, soprattutto, lungi dal voler giudicare sia autore che fonte dell’articolo che tanto ti ha e ci ha procurato dolore e sdegno, affidare a Dio e solo a Lui il futuro della nostra parrocchia.

Vogliamo concludere con le parole di San Paolo riportate nella lettera ai Romani cap. 12 versetto 17-21 “non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini. Se possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti. Non fatevi giustizia da voi stessi carissimi ma lasciate fare all’ira divina. Sta scritto, infatti, spetta a me fare giustizia, io darò a ciascuno il suo dice il Signore. Al contrario, se il tuo nemico ha fame dagli da mangiare ; se ha sete dagli da bere; facendo questo accumulerai carboni ardenti sopra il suo capo. Non lasciarti vincere dal male ma vinci il male con il bene”.

Grazie Don Franco, ci auguriamo di potere ancora condividere con te, per un lungo tempo, il nostro cammino verso la santità, e, così , realizzare la Volontà di Dio”.

 

La  Parrocchia del Carmine in persona di chi ti Ama.

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