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Cambia la legge e il piano rifiuti della Sicilia è da rifare.

Come si legge sul Giornale di Sicilia in un articolo di Giacinto Pipitone, la Commissione Tecnica Specialistica ha emanato nei giorni il primo parere del nuovo corso, quello affidato a Gaetano Armao dopo la lunga gestione di Aurelio Angelini. Il parere permette alla Regione di realizzare l’elettrodotto di Mozia, nel Trapanese, per la connessione alla rete elettrica nazionale. È il progetto di costruzione del cavo sotterraneo fra Mozia e Marsala, predisposto dal dipartimento Energia della Regione che verrà realizzato, entro l’estate del 2024, scavando un foro sottomarino alla profondità di almeno 5 metri. All’interno di questo mini tunnel verrà sistema il cavo di grossa portata.

La leggina approvata all’Ars la scorsa estate è diventata improvvisamente una priorità nelle valutazioni della Cts. Nessuno lo ammette ma si dava per probabile una impugnativa che lasciasse la regolamentazione degli impianti per i rifiuti invariata. Invece è arrivato in settimana il via libera del governo nazionale. E dunque in Sicilia ora cambia un paletto fondamentale. Non si potranno realizzare impianti entro un raggio di 3 km dai centri abitati, anche se i piani regolatori prevedono queste strutture nelle aree interessate.

È una rivoluzione per il settore. Fino ad oggi il limite dei 3 km valeva solo per chi intendesse realizzare impianti su verde agricolo o vicino al verde agricolo. Adesso si estende in senso generale a qualsiasi area. E l’effetto è quello di costringere la Cts a dichiarare irricevibili tutti i progetti per impianti di smaltimento o gestione (è il caso dei tritovagliatori, ma non slolo) presentati sulla scorta delle vecchie regole e ancora non esaminati. Un vantaggio, di riflesso, per quei progetti che a prescindere dalle regole in vigore erano localizzati lontani dai centri abitati. Armao ha disposto una verifica sul numero di progetti da dichiarare irricevibili.
La norma in questione si applica solo ai nuovi impianti. È stata presentata dall’Mpa e approvata dall’Ars ad agosto. Parallelamente è stato bocciato un emendamento di Fratelli d’Italia che invece avrebbe esteso a 5 km il limite entro il quale realizzare impianti.

Secondo una interpretazione, la nuova norma costringerà a modificare pure il Piano rifiuti che nella versione attuale prevede gli impianti senza le maglie strette appena approvate. Ma l’assessore Roberto Di Mauro, anch’egli dell’Mpa, non pensa che questo possa costituire un problema. Ovviamente a queste nuove regole dovranno adattarsi anche i futuri progetti per i due termovalorizzatori.

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