Attualita

Il “primato nazionale della spesa dell’acqua va a Caltanissetta, 30 volte più elevata rispetto a Siracusa

Gela – L’ex sindaco Franco Gallo scende in campo per partecipare al dibattito sociale sui costi dell’acqua e difendere la posizione dei gelesi. “Un recente studio sul costo del servizio idrico integrato nei 106 ambiti italiani – dice Gallo – dimostra sinteticamente l’esosità delle tariffe di Caltaqua, a prescindere dalla pessima qualità del servizio.
A pagina 6 dell’allegato si legge che il triste “primato nazionale della spesa per la quota fissa va a Caltanissetta, oltre 30 volte più elevata rispetto a quella di Siracusa”.
Sempre nella stessa pagina 6 CL si colloca 14 posto sui 106 ambiti nazionali per costo complessivo con 599 euro che è, tra l’altro, il doppio di Catania, Trapani e Palermo, tanto per fare esempi siciliani”.
Ecco parte dello studio:

 

“L’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva realizza da ormai 14 anni l’indagine annuale sulle
tariffe applicate al Servizio Idrico Integrato (di seguito SII) per uso domestico residenziale. Nella
composizione del costo finale sono comprese le voci relative a: acquedotto, canone di fognatura,
canone di depurazione, quota fissa (o ex nolo contatori) e Iva al 10%.
Il campione di riferimento dell’indagine sono i capoluoghi di provincia italiani.
Il consumo di riferimento considerato nel corso degli anni è quello di 192 metri cubi per una
famiglia di tre componenti, in linea con i dati Istat che per l’Italia indicano un consumo medio pro
capite di acqua fatturata per uso domestico pari a 64 metri cubi (per una famiglia di tre persone
arriviamo precisamente a 192 metri cubi).
Dal 2017, oltre alla spesa media relativa ad un consumo di 192 metri cubi viene calcolata quella
relativa ad un consumo di 150 metri cubi. Un consumo medio pari o inferiore a 150 metri cubi
riguarda solo il 21% dei capoluoghi ma in un’ottica di risparmio sia idrico che economico abbiamo
voluto riportarne la relativa spesa con riferimento a tutti i capoluoghi di provincia per evidenziare i
vantaggi ottenibili da una riduzione dei consumi.

Spesa per il servizio idrico integrato – Utenza domestica residente
2
Dati di sintesi
Nel corso del 2018 una famiglia tipo di tre componenti con un consumo medio di 192 mc/anno ha
sostenuto una spesa complessiva di €426 per il servizio idrico integrato. L’aumento rispetto
all’anno precedente è stato di €12 (in termini percentuali del 2,9%).
A 14 anni dalla prima indagine dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva continuano a
rilevare le notevoli differenze che caratterizzano le singole regioni e spesso anche le realtà
territoriali presenti nella stessa regione.
L’area che fa registrare i livelli di spesa più elevati è quella del Centro Italia (€581 nel 2018, +3,8%
rispetto al 2017) ben €155 al di sopra della media italiana.
La regione che si distingue per la spesa più elevate è la Toscana (€676 nel 2018, +4,3% rispetto al
2017) con ben €250 in più rispetto alla media italiana. In Toscana si riscontrano infatti 8 dei 10
costi più elevati tra i capoluoghi italiani.
Per quanto riguarda invece le disomogeneità all’interno della stessa regione è considerevole
quanto avviene in Sicilia Lazio dove, tra Enna e Catania, a fronte dello stesso consumo, la
differenza di spesa è di ben €500.
Ciò premesso, abbiamo calcolato la spesa anche rispetto ad un consumo medio di 150 mc/anno
per evidenziare il risparmio economico che si potrebbe ottenere da un uso più consapevole e
razionale della risorsa idrica.
In tal caso la spesa media annua del 2018 sarebbe di €310 (anziché €426) con un risparmio medio
del 27%. Il risparmio medio raggiungerebbe il 31% in Campania, Liguria, Puglia, Toscana e Umbria.
Se si considerano singoli capoluoghi di provincia i risparmi sarebbero ancora più marcati con picchi
del 37%.
Per quanto riguarda infine la dispersione della rete idrica, secondo i dati raccolti da Legambiente
nelle edizioni di Ecosistema Urbano, nel 2017 si attesta in media al 36,4% con una media del 35,3%
negli ultimi 5 anni (2013/2017). Percentuali più elevate si riscontrano nelle aree meridionali e
centrali con picchi pari o superiori al 60% nel Lazio, Molise e Sardegna.

Mostra Altro

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button