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Il Fai in visita al Castello Aragonese del gelese Giancarlo Scicolone

Piazza Armerina – Ancora una volta il Castello Aragonese di Piazza Armerina di proprietà dell’azienda che fa capo al gelese Giancarlo Scicolone sarrà protagonista di un evento nazionale. La Delegazione FAI di Enna ed il gruppo FAI di Piazza Armerina (EN), ha organizzato un incontro che avverrà il 19 giugno 2021, ore 15:30/16:00, presso il castello aragonese di Piazza Armerina, in occasione della visita istituzionale del Presidente regionale FAI,
avv. Giuseppe Taibi, insieme ai capi delegazione FAI e ai capi gruppo FAI
provenienti da tutta la Sicilia, in relazione all’apposizione di una targa legata al
censimento “I LUOGHI DEL CUORE 2020”, dalla cui classifica nazionale il castello
aragonese di Piazza Armerina ha conseguito la 133° posizione ( 3082 voti ).
Le iniziative culturali FAI, sono volte a sostegno e valorizzazione delle ricchezze che la
nostra città ha ricevuto in eredità dal passato. Non è la prima volta che il Fai rivolge le sue attenzioni verso il Castello Aragonese che, con il cambio di proprietà, si prepara a vivere una nuova stagione di nuovi fasti.

Il Castello di Piazza Armerina si trova sul versante meridionale del colle Mira, a sud-ovest dell’antico nucleo medioevale della citta. Il prospetto settentrionale delimita l’area della piazza castello dove si trovano numerosi edifici di rilievo architettonico; i fronti meridionale ed occidentale sono inseriti nell’abitato circostante; il prospetto orientale si affaccia sul declivio del colle in posizione dominante rispetto all’abitato sottostante.

La regolarità dell’impianto planimetrico, si riflette nella configurazione volumetrica unitaria di un blocco parallelepipedo con quattro torri angolari posto su un terrapieno scarpato. Il complesso consta di due corpi longitudinali uniti trasversalmente; il corpo meridionale ha una profondità inferiore di quello opposto che presenta una serie di ambienti in successione, alcuni dei quali risultano oggi privi di copertura; al corpo meridionale, inoltre, sono state addossate delle superfetazioni da mettere in relazione con l’uso carcerario.

Nel prospetto meridionale, in cui si individuano numerosi interventi di epoca successiva alla fondazione, si trova l’unico accesso al castello. Alcuni studiosi ipotizzano l’esistenza di altri ingressi e posterle di cui però non sembra sussistere traccia. Gli altri prospetti, più compatti, sottolineano il carattere difensivo della costruzione. Le superfici murarie si presentano lineari, realizzate con conci di pietra disposti per ricorsi regolari e prive di apparati decorativi. Il complesso si trova oggi in cattivo stato di conservazione e necessita di interventi di restauro.

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