Attualita

Il dirigente del Liceo Tedesco al Presidente della Regione

Gela – Ecco il discorso del dirigente del Liceo classico Eschilo Maurizio Tedesco al Presidente della Regione: ” Onorevole Sig. Presidente della Regione, Ill.mi sig. Sindaco e Commissario Straordinario del Libero Consorzio di Caltanissetta, onorevoli deputati regionali del comprensorio, …
a tutti Voi do il benvenuto da parte della comunità scolastica dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Eschilo” che oggi si riunisce in questo auditorium per celebrare il 2475° anniversario della morte del grande tragediografo di Eleusi che trascorse a Gela gli ultimi anni della sua vita.
La manifestazione di oggi assume per noi significati molteplici.
È innanzitutto la celebrazione di un’identità ben precisa, quella classica e umanistica, che a dispetto dei tanti detrattori rappresenta oggi nel sistema di istruzione e formazione uno dei pochi baluardi a difesa dell’educazione al pensiero critico e libero, la prima porta d’accesso alla cosiddetta mobilità sociale.
Investire sulla capacità di pensare, cambiare, evolvere, e mutare a seconda del contesto, in una società contemporanea liquida, in cui i cambiamenti avvengono in maniera così repentina da non avere nemmeno il tempo di potersi abituare, diviene l’unica possibilità per i nostri giovani di affrontare la sfida della post-modernità con un bagaglio di competenze personali adeguato.
La celebrazione della nostra identità nasce, infatti, dal convincimento e dalla consapevolezza che il tempo che gli studenti trascorrono tra i 14 e i 19 anni deve essere innanzitutto un tempo di formazione, da dedicare ad una crescita integrata, che strutturi le basi per una conoscenza adeguata della società contemporanea.
In un mondo del lavoro estremamente mutevole, legare le proprie competenze ad un ambito disciplinare unico, senza esercitare la mente alla capacità di rimodularsi all’interno di differenti contesti, è estremamente rischioso per l’avvenire dei nostri giovani.
Tuttavia, legare la manifestazione di oggi solo all’identità di un Liceo, seppur antico e glorioso, ci farebbe correre il rischio di apparire autoreferenziali, di attribuire al valore della memoria storica un significato sterile, contraddicendo tutte le nostre buone intenzioni.
La memoria storica, infatti, acquista valore quando è legata all’identità culturale e civile di un territorio e delle persone che lo abitano, non può solo nutrirsi di retorica né compiacersi nel rievocare la grandezza di quanto è stato.
In un contesto cittadino caratterizzato da un profondo smarrimento, non possiamo, quindi, non attribuire alla celebrazione di oggi un significato etico e pedagogico, sia nel recuperare pienamente il senso di una memoria critica, sia nel recuperare l’autorevolezza nell’azione politica ed educativa, che diviene efficace solo attraverso l’esempio di chi la esercita.
La percezione che la nostra città sia allo sbando è comune e il senso di impotenza innanzi a tale disastro è diffuso.
La crisi economica susseguente alla chiusura degli impianti di raffinazione del petrolio è ancora in atto e, nonostante gli sforzi di riconversione industriale, appare lontana da ogni soluzione.
Ogni giorno sperimentiamo l’inadeguatezza dei servizi pubblici essenziali, la carenza delle infrastrutture viarie, portuali e turistiche.
Il fenomeno dell’emigrazione per mancanza di lavoro ha assunto proporzioni che non si osservavano dagli 50’ e 60’.
Il quadro generale appare, a dir poco, apocalittico.
Occorre allora pensare alla necessità di una rifondazione etica e culturale della nostra città in cui il ruolo della politica e dell’educazione siano fondamentali.
A dire il vero noi operatori scolastici del territorio lo abbiamo già capito da tempo. Negli ultimi anni abbiamo lavorato alacremente, pur in condizioni di carenza di risorse finanziarie e strutturali, per creare opportunità educative che consentano alle nuove generazioni di prepararsi alle sfide di una società che cambia continuamente. E non sempre abbiamo avuto il sostegno che meritavamo da parte delle istituzioni politiche.
Ma credo che oggi più che mai non serva fare recriminazioni. Sappiamo quanto sia difficile per tutti amministrare in condizioni di carenza di risorse economiche.
Occorre piuttosto uno scatto d’orgoglio che ci consenta di prendere coscienza dell’enorme patrimonio culturale e ambientale di cui disponiamo, ma soprattutto di avere la consapevolezza delle nostre origini, del dove veniamo.
E sono nobili le nostre origini. Ci portano ai tempi della Magna Grecia, di Eschilo e di Archimede. Tempi floridi in cui si avvertiva la necessità che la vita della polis fosse ispirata da Giustizia e Condivisione.
È proprio questo il senso della manifestazione di oggi. Ripartire con slancio nella consapevolezza di essere stati grandi e di poterlo essere ancora se solo siamo disposti a spenderci per la nostra città. Noi per primi, senza aspettare che lo facciano gli altri. Ed è in tutto ciò che possiamo ricuperare l’etica della polis.
La sua presenza, sig. Presidente, ci rincuora, ci dà speranza di un sostegno concreto in questo scatto in avanti che molti in città sono pronti a compiere.
Ci auguriamo che le azioni che Ella vorrà mettere in campo siano concrete e giuste e ispirate dall’onestà intellettuale che Le riconosciamo.
Grazie ancora per essere qui tra noi.
Viva la Repubblica, viva la Sicilia, viva Gela, via il Liceo “Eschilo”

 

Alla fine della manifestazione l’annullo filatelico

Mostra Altro

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button