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Green pass Italia e regole zona gialla, cosa chiedono le Regioni

Ipotesi Green pass per bar, ristoranti e le attività nei luoghi pubblici, nuovi parametri e criteri per l’eventuale passaggio in zona gialla e in generale per l’assegnazione dei colori alle diverse zone e le relative regole e misure più restrittive. Le Regioni proseguono le interlocuzioni con il governo e oggi la Conferenza delle Regioni ha deciso che tornerà a riunirsi domani mattina “per la definizione puntuale delle proposte”.

“Per quanto riguarda il Green pass penso che dobbiamo sfruttarlo bene e al massimo, permettendo così di aprire ciò che altrimenti sarebbe chiuso – ha detto a Tg2 post Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni e governatore del Friuli Venezia Giulia – Penso ai grandi eventi, alle discoteche. E’ poi altrettanto utile se un territorio cambia colore, se dovesse andare ad esempio in arancione dove alcune attività sono chiuse, dovrebbero essere aperte per chi ha il Green pass. Non serve a tornare nella situazione dello scorso anno, ma a dare maggiore opportunità perché oggi abbiamo una nuova arma che si chiama vaccino. Se oggi invece facciamo il contrario, utilizzando il Green pass per chiudere, rischiamo di non portarci dietro la popolazione. Questa battaglia si vince se le Istituzioni si muovono insieme ai cittadini. Le misure devono essere comprensibili e di buon senso”.

Poi, in merito all’ipotesi di istituire la zona gialla col 5% delle terapie intensive occupate, Fedriga ha risposto: “La conferenza delle Regioni oggi ha escluso una ipotesi di percentuali così basse di occupazione. Sarebbe ingiustificabile chiudere il Paese con gli ospedali vuoti. Dobbiamo prestare la massima attenzione a come evolve la malattia, soprattutto sulle ospedalizzazioni perché se ci fidiamo del vaccino, come io mi fido molto, in prospettiva il problema non è se uno si contagia ma se la malattia si aggrava e richiede cure ospedaliere. Questo per il dramma che si crea per tutte le altre patologie che non trovano la dovuta risposta ospedaliera in quanto gli ospedali sono saturi”.

Il presidente della Conferenza delle Regioni ha poi invitato “tutti a vaccinarsi, in particolar modo mi preoccupano maggiormente i 2,5 milioni di over 60 non vaccinati e gli oltre 5 milioni di over 50 non vaccinati. Il vaccino protegge prima di tutto noi stessi ed è l’arma che ci consente di tornare a una vita normale. E’ una follia buttarla via inseguendo fake news che troppo spesso circolano sui mezzi di comunicazione informali”.

LOCATELLI – “Il Comitato tecnico scientifico può fornire dati e consulenza, ma tocca alla politica” prendere decisioni, ha detto il coordinatore del Cts, il professor Franco Locatelli, evidenziando anche “un’apertura di riflessione importante rispetto al modello di Green pass. Se guardiamo l’evoluzione della ripresa dei contagi, adesso si considera l’impatto sui servizi ospedalieri. Ma dobbiamo pensare a fare qualcosa davanti alla ripresa della circolazione virale: abbiamo quasi 5 milioni di connazionali oltre i 50 anni di età che non hanno ricevuto una singola dose di vaccino. Nei 70-79 il 13% non ha avuto una singola dose di vaccino e ha una probabilità su 10 di perdere la vita se si infetta. Misure coercitive? Io parlerei di misure incentivanti: se posso avere accesso ai cinema, alle piscine, ai ristoranti al chiuso… Siamo così sicuri che il Green pass non aumenterebbe il numero degli avventori nei ristoranti?”.

Tornano le zone gialle? “Se i numeri cresceranno in maniera marcatissima e ci sarà un impatto sui servizi sanitari, ci sarà una rimodulazione dei profili di rischio. E’ uno dei punti di riflessione”, dice facendo riferimento alla definizione delle soglie che separano la zona bianca dalla zona gialla. “E’ una decisione da assumere dopo attenta ponderazione, è evidente che nessuno vuol chiudere nulla in particolare in un momento come l’estate. Ma va anche gestita la ripresa della curva epidemica: ci sono valutazioni da fare”.

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