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Graziano vince la sua battaglia contro il Coronavirus

Cassano d’Adda – E mentre a Gela monta la paura dopo l’annuncio del primo caso ufficiale di coronavirus, arriva una bella notizia che ridona la speranza: un giovane infermiere di Gela in servizio all’ospedale di Cassano d’Adda, è guarito. Si chiama Graziano C. , ha 27 anni, laurea con 110 e lode in scienze infermieristiche e master, ha sconfitto il coronavirus contratto qualche settimana fa:

“Sono stato uno dei primi, nella mia provincia, facendo proprio quello che amo e ho scelto come mestiere di vita.
Fornivo assistenza sanitaria a dei miei pazienti che, ancor prima del sospetto, erano positivi.
È stato inevitabile il contagio – dice Graziano –
Da lì la lotta contro i sintomi, fastidiosi e accattivanti. L’ospedalizzazione, blindato agli infettivi. Mancava aria. Non poter vedere i miei cari perchè costretti ad una quarantena preventiva per una cena del giorno prima. Paura. Incertezza. “È un virus nuovo”, le paranoie sulla possibilità di re-infezione. La voglia di tornare a casa.
Io sono stato un PRIVILEGIATO, ho reagito bene all’infezione senza ricorrere ad alcun farmaco, se non a degli antipiretici per la TA costante >39°C.
È stato poi optato per l’isolamento domiciliare.
In tutto ciò, seppur solo e lontano dalla mia terra, non mi sono sentito MAI solo.
La forza del pensiero è stata la mia arma vincente, la mia ancora sicura, la mia sopravvivenza.
Sono un Privilegiato ad avere avuto tanta gente, in mente e cuore.
Ho appena appreso di essere risultato NEGATIVO. Sì, sono guarito! Dopo un mese, ai due tamponi finali di controllo e sì, sono UN PRIVILEGIATO. Oggi ho vinto la mia battaglia e, temerario, agguerrito sono pronto domani a tornare in battaglia, dando tutto me stesso e con tutte le dovute precauzioni.Oggi non potrò festeggiare la mia vittoria con nessuno, l’Italia piange troppe salme. Il virus avanza ancora inesorabile.
Non si ha sempre un lieto fine. È la battaglia di tutti. VI IMPLORO.#STATEACASA”.

“Contemporaneamente – racconta il padre Luigi – nove persone della nostra famiglia si sono messe in quarantena, fra cui mio padre di 89 anni che si trova a Milano. Li abbiamo sostenuti con il nostro amore, la vicinanza spirituale e la preghiera ed oggi abbiamo vinto una guerra”.

A Bergamo un’infermiera sposata con un militare di Gela è risultata positiva

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