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Gela. Ci vuole un regolamento contro l’abusivismo, per i foto-video operatori che lavorano durante la celebrazione dei Sacramenti

Tanto tempo fa, ma anche oggi crediamo, a meno che qualche commercialista non abbia novità in merito, una qualsiasi persona che voleva fare impresa, apriva una partita iva e così regolarizzava la sua posizione con l’erario per poi iniziare a lavorare.

Gela si sa è una città particolare perché, per fortuna è una percentuale alta non più di altri luoghi, qualcuno continua a non rispettare le regole a discapito di chi invece le rispetta. Capita, soprattutto, in questo periodo di comunioni e feste scolastiche dove ex fotografi in pensione, peggio ancora associazioni o addirittura abusivi, per l’occasione diventano artisti fotografici.

Si propongono alle parrocchie ed ai loro parroci, come pure alle scuole, durante i vari eventi, sventolando, a parole, anche un ipotetici accordo preso tra “fotografi” che ovviamente non potranno mai mostrare, intimando a genitori parenti ed amici di non fare foto personali, incredibile!!!, il tutto scavalcando aziende e professionisti. I prezzi che “questi signori” applicano vanno dai 6 ai 12€ a fotografia. Tutto ovviamente senza scontrino, senza fattura in barba a tutti.

Per le scuole sappiamo che esistono protocolli stringenti e non sappiamo i motivi per cui taluni personaggi si aggirino indisturbati turlupinando il prossimo.

Per quanto riguarda le parrocchie beh quella è una zona quasi franca, basta che uno si presenta con una macchina fotografica magari con un obiettivo un po’ più grande del solito ed il gioco è fatto. Sapete che fanno se ti vedono fare una foto ad un tuo nipote o ad un tuo conoscente. Arrivano addirittura a minacciare con fare molto duro (mafioso?) invitando a posare la macchina fotografica, perché ti devi rivolgere a loro per avere le foto ad un prezzo spropositato.

Serve una tutela della professione per rendere l’immagine del fotografo e del video operatore chiara e prestigiosa, con una regolamentazione che permetta agli esperti del settore di non essere sopraffatti dagli abusivi e quindi dalla concorrenza sleale.

Le diocesi, normalmente , hanno un regolamento che ogni operatore economico deve sottoscrivere. Una volta fatto la diocesi emette un tesserino che tutte le parrocchie riconoscono, come “operatore certificato dalla diocesi” e quindi autorizzato ad esercitare all’interno della chiesa durante i sacramenti. Chissà se la diocesi di piazza Armerina, cui Gela appartiene, ha emesso questo regolamento e soprattutto se i parroci lo applicano oppure fanno a loro comodo?

Noi fotografi – dice un operatore del settore a Gela – non veniamo tutelati dalle istituzioni, che dovrebbero invece essere le prime a scoraggiare chi lavora senza rispettare le regole e i clienti, ai quali vengono offerti servizi di scarsa qualità. E’ necessario sensibilizzare i clienti, far rendere loro conto che non c’è alcune garanzia dietro ad un abusivo: noi paghiamo le tasse, abbiamo negozi, strutture che fanno da punto di riferimento per chi si serve da noi. Ma soprattutto, se c’è un problema puntiamo a risolverlo, sperando sempre nella soddisfazione del cliente. Chi sceglie di affidarsi ad un abusivo, magari credendo di risparmiare, non deve aspettarsi nulla di buono”.

 

 

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