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Gattuso: “Grandi progetti per il Parco archeologico delle Mura”

Gela – I concerti alle Mura timoleontee hanno aperto nuovi orizzonti per la valorizzazione del patrimonio culturale della città. “Sono rimasto stupito – ha detto il presidente dell’associazione Totus tuus Leonardi – sentendo un mio amico che mi ha detto: ‘ ma sai che io queste mura non le avevo mai viste?’ – Questo ci dà la dimensione del fatto che il patrimonio storico della nostra città non lo conoscono neppure i gelesi. E come si fa e esportare un’immagine se non la conoscono i cittadini di un territorio? Questa è l’occasione giusta per conoscere e veicolare il messaggio”.  Ed è esattamente quello che prevede il progetto dell’amministrazione: “Abbiamo in mente cose grandi per l’anno prossimo – ha detto l’assessore Malluzzo – utilizzando le ricchezze del territorio”.

Ieri sera era presente al Concerto sotto le stelle, il direttore del Parco Archeologico di Gela, Luigi Gattuso grazie al quale, in questa rinnovata estate gelese, è stato possibile realizzare gli spettacoli alle Mura. “Il nostro è un progetto comune – ha detto l’arch. Gattuso – che mira a rendere fruibile questo spazio. E’ qui che si devono tenere tutti gli spettacoli, di tutti i generi d’arte scenica. Il Parco archeologico di Gela comprende 16 parchi della provincia di Caltanissetta: immaginate che potenziale storico enorme. Ci sono grandi progetti. Uno di questi è l’accesso diretto dalla zona del mare per una fruibilità più immediata. E poi interventi diretti sull’area per una fruizione più agevole. Le idee sono tante e c’è la volontà di metterle in pratica, con l’aiuto dell’assessorato regionale naturalmente”.

Le ‘Mura timoleontee’ sono antiche fortificazioni greche di Gela. Costituiscono un’importantissima testimonianza archeologica del sistema difensivo che cingeva la collina sulla quale sorgeva l’antica città greca di Gela, fondata da coloni di Rodi e Creta nel 689 a.C. e definitivamente distrutta nel 282 a.C.

Le mura,  prendono il nome dal condottiero Timoleonte (IV secolo a.C.); si trovano all’interno di un grande parco posto tra la città moderna e la costa, nel quartiere Caposoprano.

La scoperta è avvenuta casualmente nel 1948 da parte di un contadino, Vincenzo Interlici , che possedeva un orto nella zona, allora caratterizzata da alte dune sabbiose ricoperte di macchia mediterranea, il quale sognò notte tempo che scavando nel suo terreno avrebbe trovato un tesoro. Affascinato dal sogno, si mise subito a scavare finché non toccò qualcosa di solido alla profondità di un metro e mezzo.  Ricerche più approfondite rivelarono dopo pochi giorni che si trattava di una scoperta importante: le possenti mura greche dell’antica Gela dinnanzi alle quali si consumarono alcune delle più cruente battaglie tra Greci e Cartaginesi. Grazie ai finanziamenti della Cassa per il Mezzogiorno, tra il 1948 e il 1952 si completarono i lavori di scavo, consolidamento, restauro e protezione del reperto.

In base alle dimensioni della collina e ai ritrovamenti susseguitisi nei secoli è possibile immaginare una notevole estensione del sistema difensivo dell’antica colonia greca, la quale si espande nella zona di Capo Soprano solamente in coincidenza della ricostruzione della città da parte del tiranno Timoleonte nel IV sec. a.C., epoca alla quale appartiene il tratto di mura messo in luce.

 

Dei circa quattrocento metri lineari di fortificazioni, risultano in ottimo stato di conservazione circa i tre quarti. Nel primo tratto le mura risultano rovinate a causa delle spoliazioni di epoca medievale, quando i ruderi venivano riutilizzati per la costruzione della nuova città federiciana di Terranova e per le successive espansioni cinque-seicentesche. Questo primo tratto rivolto a nord presenta grossi blocchi ben squadrati di pietra arenaria (di due colorazioni differenti), coi resti di una scala che conduceva ai camminamenti di ronda.

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