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Galli molesti: piovono esposti e chiude l’Orto sociale del Don Minozzi

Gela – Chiude l’Orto sociale, almeno per il momento.  Dai 1 giugno i 42 soci che avevano un punto di riferimento per coltivare la verdura biologica non possono accedere. Sono stati depositati esposti da parte di persone che conoscono quell’area che riguardano la presenza di animali e perfino maltrattamenti e per la gestione di un pozzo preesistente che non obbedirebbe alle norme sanitarie tanto che la chiusura è seguita ad un sopralluogo dell’Asp.

“La proprietà ha dato mandato ad un geologo per riattivare il pozzo secondo le norme sanitarie – dicono i membri della comunità – abbiamo un numero sparuto di galline che non fanno male a nessuno e nemmeno noi facciamo loro del male; le teniamo per le attività didattiche dedicate ai bambini . Prevediamo di riaprire in settembre”. Nell’attesa si terrà un’assemblea per informare le famiglie che hanno preso in gestione i piccoli appezzamenti di terreno anche in condivisione con amici o parenti.

“Una bella esperienza e anche molto innovativa quella promossa dall’Associazione Orti Sociali che ha coinvolto famiglie e bambini che hanno trovato un sano passatempo in un pezzo di terreno che per anni era stato abbandonato e che invece è diventato occasione di incontro e aggregazione – dicono i  soci dell’Associazione Orto Sociale Laudato SI- Un luogo che era incolto e abbandonato è diventato nel tempo uno spazio per esperienze educative e aggregative.

Durante un controllo è emerso che il pozzo presente nel terreno, risalente ad epoca non facilmente individuabile, è stato trovato senza idonea documentazione a supporto. Per tale ragione in via temporanea, gli enti preposti ne hanno sospeso l’utilizzo; nel frattempo, la proprietà (ONPMI), ha già dato mandato ad un geologo d’ istruire la pratica per regolarizzare il tutto così da riprendere quanto prima l’attività. Le attività degli orti faranno quindi una pausa estiva per riprendere a settembre con un progetto che riguarda la realizzazione di un piccolo orto botanico e un museo del fiore.

L’orto sociale di Gela è nato nel giugno del 2019 la Comunità Laudato si’ di Gela, in Sicilia. L’adesione al progetto messo in campo nasce grazie a una fattiva collaborazione tra la diocesi di Piazza Armerina e la Famiglia dei Discepoli, finalizzata al rilancio di una scuola fondata da padre Giovanni Minozzi. Un contesto in cui è stato subito individuato un terreno fertile e abbandonato attiguo all’istituto, dove sono stati poi realizzati orti sociali a coltivazione naturale”.

Gli Orti sociali,  hanno prodotto per due anni frutta e verdura in maniera tracciabile e del tutto biologica, ma sono prima di tutto un progetto educativo e culturale nato con l’obiettivo di riscoprire e valorizzare metodi di coltivazione tradizionale in contrapposizione allo stile delle agricolture intensive. Il controllo e la gestione degli orti è a totale appannaggio delle famiglie “adottive” che controllano l’intero processo di produzione, dalla semina al raccolto. Ogni famiglia che adotta un piccolo orto viene aiutata da un contadino a prendersene cura, in modo che la raccolta sia fruttuosa e si possano portare in tavola prodotti totalmente privi di pesticidi o fitofarmaci, annaffiati con acqua di sorgente artesiana che sgorga limpida e certificata grazie al recupero di un vecchio pozzo. «Non siamo un negozio e non ci interessa la vendita. Non vendiamo ortaggi. Siamo una Associazione di famiglie che hanno scelto l’autoproduzione di ortaggi e verdure seguendo i principi dell’ecologia integrale promossi dall’enciclica di Papa Francesco e che perseguono una vita orientata alla cooperazione», dicono i curatori. Un’iniziativa che ha preso man mano sempre più piede, tanto che la richiesta ha ormai superato l’offerta. «Sono sempre più numerose le persone che li richiedono e che chiedono informazioni.  E’ possibile sostenere interamente i costi di gestione: l’orto produce da gennaio a luglio, riposa invece in agosto per poi riprendere l’attività a settembre». Il progetto si inserisce nel quadro a più ampio respiro che la Comunità di Gela intende realizzare, nell’ambito di attività formative come laboratori di educazione alimentare e di erbe aromatiche, incontri tra produttori e consumatori e sensibilizzazione verso il biologico dei coltivatori locali. Ma non solo. Anche durante la pandemia la Comunità non ha interrotto la propria attività, e ha lanciato anche una petizione online per realizzare in città percorsi dedicati alle biciclette. Una campagna che ha lanciato una sfida impegnativa in un territorio non facile ai cambiamenti culturali, ma che è cresciuta di giorno in giorno grazie a promotori e associazioni che operano nel campo della salute e del sociale

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