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Filippo Siciliano, l’intellettuale che ha attraversato il ‘900

Sabato scorso si è spento Filippo Siciliano nella sua casa di Catania. Aveva compiuto il 12 luglio scorso, 101 anni essendo nato nel 1920. Le sue spoglie sono state portate a Mazzarino, sua città natale dove lui ha vissuto e lottato per il riscatto ideale, umano e sociale della sua città. Tutta la città ha reso omaggio alla sua salma composta nell’aula magna di Palazzo di Città.

Dopo gli studi umanistici e universitari viene chiamato alle armi allo scoppio del secondo conflitto mondiale e dopo la guerra inizia il suo percorso culturale, unendosi ad altri giovani mazzarinesi tra cui Gino Cardamone, Salvatore La Marca, Fulvio Santangelo, Salvatore Marino, Paolo La Rosa ed altri, con cui dà vita ad un vero e proprio cenacolo diventando l’ideologo delle lotte contadine e si iscrive al PCI.
Lo scrittore Vincenzo Consolo nel suo libro «Le pietre di Pantalica» ricorda il giovane studente Siciliano quale autentico protagonista dell’occupazione delle terre incolte in Sicilia. 

Nel 1947, durante un’occupazione delle terre fu arrestato e tradotto nel carcere di Malaspina assieme ad altri compagni mazzarinesi. In quegli anni nella Casa del popolo di Mazzarino fondo una scuola serale per analfabeti frequentata soprattutto da contadini e artigiani, uomini e donne. Tra il 1952 e il 1954 fu Sindaco di Mazzarino e stimato dirigente politico e sindacale. Durante la sua sindacatura, con l’aiuto del giovane consigliere ing. Salvatore Marino, furono realizzate opere importanti, compresa la soluzione del problema idrico, nonché varie manifestazioni culturali, oltre alla realizzazione della biblioteca comunale.

 Lasciato l’impegno politico attivo si trasferì a Catania dove si dedicò allo studio e all’insegnamento, sino al pensionamento. 

Filippo Siciliano, “lu prufissuri” com’era chiamato, lascia un grande vuoto nella sua città perché fu riferimento di tanti giovani che ha preparato gratuitamente per l’ammissione agli esami di stato, di tanti uomini politici e, soprattutto di intellettuali.

Emanuele Zuppardo

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