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Fra numeri, scienza e guerra la ‘zampata’ de ‘La tigre di Noto’

Gela – È un freddo pomeriggio del gennaio del 2019, quando Simona Lo Iacono conversando con l’avvocatessa e amica Rina Rossitto, apprende di una sua recita, presso il Teatro di Noto, di un monologo dedicato a una donna netina, di nome Marianna Ciccone, conosciuta da tutti come ‘la tigre di Noto’. È così che nasce, da una conversazione del tutto casuale, il recupero della memoria di una storia, quella della Ciccone, che è stata raccontata nel corso del pomeriggio di ieri presso la Pinacoteca Comunale di Gela, dove la Libreria Orlando in collaborazione con il Centro di Cultura e Spiritualità Cristiana “Salvatore Zuppardo” ha accolto Simona Lo Iacono, magistrato presso il Tribunale di Catania e scrittrice di lungo corso con pubblicazioni di successo alle spalle, di cui ricordiamo Le streghe di Lanzavacche, Il morso, L’albatro.
Dialogando con la giornalista Annamaria Milano, l’autrice ha ricostruito la vicenda singolare di una donna che, nata a Noto alla fine dell’Ottocento, ha trascorso l’infanzia tra i numeri, l’osservazione di corpi celesti e la scienza, vincendo i pregiudizi di una famiglia che la guarda persino con ostilità.
Marianna Ciccone non si arrende da picciridda, non lo farà in seguito quando da adulta e studentessa a Roma presso la facoltà di Matematica si accorgerà di essere l’unica donna. È il 1915 e anche nella capitale arriva la Grande Guerra: la scienziata, animata da quel grande coraggio che la contraddistingue, decide di non tornare in Sicilia, ma si trasferisce a Pisa, dove vince il concorso di accesso alla Normale. Qui ha luogo uno degli episodi più singolari della vita di Marianna: giunti i tedeschi in città, mentre il secondo conflitto mondiale infiamma in tutta Europa, la scienziata si rifiuta di consegnare i testi di autori ebraici, che erano destinati a certa distruzione.
Nelle pagine de ‘La tigre di Noto’ Simona Lo Iacono recupera una storia che incuriosisce e ammalia e la consegna, con la sua scrittura magistrale e aulica, al lettore. E proprio a motivo di questa scrittura che affascina, il Centro di Cultura e Spiritualità Cristiana “Salvatore Zuppardo”, nella persona del presidente Andrea Cassisi, ha consegnato all’autrice il prestigioso riconoscimento assegnatole in occasione della XXI edizione del Premio nazionale “La Gorgone d’Oro”.

L’azienda di Lucia Romano ha acquistato trenta libri da distribuire gratuitamente come incentivo alla cultura.

A fare da cornice all’evento letterario l’accompagnamento musicale dei ‘Vintage soul’ curato dal maestro Francesco Falci alla tastiera, Domenico Morselli al contrabasso e la voce di Gaia Francesca Carmantini, che ha ammaliato i presenti con note del repertorio adeguato all’ambientazione: incursioni musicali all’interno del dibattito per evocare le atmosfere e le suggestioni del testo.

Dott. Gianni Cauchi

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