Archeologia e storia del territorio geleseAttualitaGela

Da “Giardino dell`acropoli” a discarica di rifiuti permanente.

L’attenzione dell’opinione pubblica locale negli ultimi giorni, si è quasi tutta focalizzata sull’annuncio, fatto dal presidente della Regione Nello Musumeci, della scelta di Gela come sito per la costruzione di un termovalorizzatore.

L’annuncio ha scatenato molte reazioni ed un accesso dibattito. Si è già avuto un primo confronto tra l’amministrazione comunale e i responsabili del progetto. Dal dibattito iniziale in poi, è tutto un susseguirsi di dichiarazioni espresse a mezzo stampa di sindaco, assessori, di pareri tecnici di esperti e dell’inevitabile discussione sviluppatasi sui social.

Non esistono le condizioni al momento per approfondire la questione, siamo alle battute iniziali e le informazioni provengono prevalentemente dai rappresentanti della società che ha presentato il progetto.

Non si riesce ancora a capire come definire questo tipo di impianto, i gelesi sono stati caldamente invitati a non chiamarlo termovalorizzatore, equivale a fare terrorismo è stato detto, nelle ultime ore si parla di biogassificatore. Il si, o il no a prescindere, riguardo l’impianto, sta diventando un mantra ripetuto in continuazione dalla nostra amministrazione, ma nel dubbio e nella poca chiarezza che ancora circondano questo groviglio di proposte e pareri, legato alla risoluzione del problema rifiuti in Sicilia, si stanno perdendo di vista le reali emergenze, legate proprio ai rifiuti e la grave situazione in cui versa la città.

Le discariche abusive, piccole e grandi, sono un fenomeno diffuso in città, il perché spesso si tardi a rimuoverle, o il perché in molte circostanze sono diventate elemento permanente “dell’arredo urbano”, nonostante si paghi profumatamente il servizio di raccolta, resta un mistero.

Il mancato espletamento del servizio non può essere sempre giustificato addossando la colpa all’inciviltà di qualcuno, in quanto servizio di pulizia urbana deve essere per forza di cose espletato. Un caso cronico di discarica cittadina abusiva, illegale, per molti, spontanea e naturale per altri, è quello del Giardino dell’Acropoli. Il sito sorge a pochissimi metri dall‘Istituto scolastico “Luigi Pirandello“, dagli scavi dell’acropoli, da quelli di Bosco Littorio, dal museo archeologico e dal costruendo museo del mare, a questo bisogna aggiungere, che a breve dovrebbe pure aprire i battenti, a Bosco Littorio, la mostra “Il ritorno di Ulisse”.

L’assessore Malluzzo, a cui è stata affidata la delega all’ambiente e ai rifiuti, è lo stesso, che pieno di entusiasmo, condivide progetti di rilancio di immagine e di offerta culturale della città, proprio a questo scopo, è volato a Milano, insieme ad una folta delegazione di consiglieri comunali, in occasione della Borsa Internazionale del Turismo, per promuovere l’immagine della città, da poco inserita nel nuovo progetto di rilancio turistico territoriale, “Costa del mito”.

Impegnarsi così tanto per la promozione delle risorse culturali gelesi e poi non curarsi delle condizioni in cui le stesse versano è la conferma che le operazioni di rilancio turistico della città sono solamente freddi proclami e sterile propaganda.

Cosa dovrebbero trovate i turisti attirati dal pacchetto di offerte culturali proposto : il museo chiuso? L’acropoli sommersa dalle erbacce? I dintorni delle aree archeologiche nel più totale abbandono? Il Giardino dell’Acropoli è ricettacolo di ogni tipo di rifiuti, si può trovare di tutto: vecchi pezzi di arredamento , elettrodomestici, materassi, sacchetti pieni di immondizia e tanto altro. La vasca, situata nella parte centrale del giardino è colma di ogni tipo di rifiuti ,tutti gettati nella melma prodotta dalla poca acqua presente. Il verde pubblico non curato da tempo immemorabile tanto da poter assumere ,insieme ai rifiuti, carattere di interesse storico-archeologico, il cancello di ingresso totalmente divelto, ma quello che più sorprende è la mancanza di qualsivoglia tabella che indichi un divieto di abbandono rifiuti, che certamente non sarebbe un grosso deterrente per gli incivili, ma la sua assenza è prova del disinteresse da parte delle istituzioni preposte, nei confronti del decoro urbano e della salvaguardia della salute pubblica.

Il quadro dell’area, si completa osservando il prospetto dell’edificio che ospita il museo archeologico, in condizioni pietose dopo i lavori di demolizione del vecchio ampliamento, lavori che sono fermi ,almeno per quello che riguarda la parte esterna, da un anno.

Lo spettacolo è poco gratificante , risulta difficile comprende tanto entusiasmo, tanti annunci in pompa magna, tante adesioni a progetti e tanta ambizione di sviluppo turistico, quando la realtà che si presenta agli occhi di tutti è questa. Prima ancora di fare promozione culturale e territoriale, si dovrebbe avere il buon senso di garantire la fruibilità, la decenza e la salubrità dei luoghi, non il contrario.

In città paradossalmente, o non si opera per migliorare le cose, o si assiste a sovrapposizioni di intenzioni, che come risultato producono la stessa cosa: il nulla, condito dal degrado.

Prima della mostra “Il ritorno di Ulisse”, nella speranza che ritornino pure i reperti trasferiti dal museo di Gela a quello di Caltanissetta, fatto entrare in qualche modo anch’esso nel progetto “Costa del mito,” occorre ripulire il giardino, impegnandosi a farlo sempre, liberare gli scavi dell’acropoli dalle erbacce e rendere più presentabile il resto. Se questo non verrà fatto, per Gela sarà l’ennesima mortificazione ed il debito di immagine della città, non potrà fare altro che aumentare.

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