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Il Lupo, il pelo e il vizio

Chi non ricorda la favola di Esopo del pastorello annoiato, che non trova meglio da fare che gridare “al lupo, al lupo” per attirare l’attenzione, salvo poi non essere preso sul serio fino al vero assalto del lupo?

Ecco, a Gela è accaduto un po’ la stessa cosa, ma al posto del pastorello annoiato il Primo Cittadino, il quale ha preso crocettianamente la palla al balzo e – in occasione della celebrazione dell’anniversario della costituzione dell’associazione antiracket cittadini – ha parlato di pressioni mafiose sull’amministrazione di fronte a forze dell’ordine, magistrati e giornalisti. Risultato? Servizi giornalistici a gogò. Le pressioni esistono? Chissà… 

Ancora – per la serie “ogni scoop è bel a mamma soja…” –  il supposto attentato incendiario perpetrato contro il sindaco. “Attentato mafioso”, si sono affrettati a dire taluni a tal altri, con un tam tam cittadino memore dei bei tempi che furono (sempre crocettianamente parlando).

Questa testata giornalistica è giovane, la redazione non è del tutto completa, ma non per questo siamo degli sprovveduti: abbiamo cercato conferme, non ne abbiamo trovate. Sicché, non ne abbiamo fatto cenno (avendo peraltro la notizia che nelle vicinanze fossero stati appiccati incendi di sterpaglie nei giorni precedenti). 

Di intimidazione all’avvocato Greco – sindaco protempore di Gela – non v’era traccia: ciononostante da destra a manca, da sotto e da sopra, immancabili e rituali sono pervenute le dichiarazioni di solidarietà, i gesti di vicinanza, gli appelli a non farsi intimidire dalla “mafia”. Con il seguito di aggettivi per qualificare il supposto attentato: “vile”, come minimo.

Ad onor del vero, cinque minuti dopo il fatto, in redazione giunse voce che trattavasi di incendio per imprudenza di qualcuno, non di “intimidazione” che necessitasse “piena solidarietà per il vile atto”: semmai necessitava di multa senza pietà. 

Che non si trattasse di intimidazione mafiosa, puntuale è arrivata la nota di correzione del Sindaco, sulla pagina Facebook del Comune di Gela: una nota che scavalca la stampa e si serve dei social per fare un annuncio che è importante per la città, visto che serve a mitigare le latenti preoccupazioni della società per la recrudescenza dell’attivismo della criminalità organizzata e non.

Sorge – e s’erge – spontanea una domanda: “Signor sindaco, non sarebbe stato meglio aspettare un po’, con la prudenza del buon padre di famiglia, prima di lanciarsi in ricostruzioni poi rivelatesi infondate? O davvero pensiamo qualcuno abbia creduto all’atto intimidatorio al sindaco della legalità per mezzo di un incendio di rovi??

La mafia (che, ricordiamolo sempre, è una grandissima, immensa e puzzolente montagna di merda!) non usa questi mezzucci per intimidire qualcuno. Spara. Semmai, andrebbe fatta una riflessione sul rispetto dei doveri civici di una parte dei nostri concittadini, attraverso informazione mirata a promuovere usi locali più corretti e a disincentivare quelli scorretti con la forza della legge e delle sanzioni amministrative (dalla circolazione stradale all’uso delle ‘fonacelle’, l’elenco delle violazione delle norme è lunghissimo).

Al contrario, gridare “al lupo! “al lupo prima che il lupo si sia palesato davvero, rende tutto più ilare, poco credibile e produce alla lunga un certo senso del ridicolo, di cui la città certamente non ha bisogno. 

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