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Consulta per la disabilità: ennesimo esposto

Gela – La consulta gelese per la disabilità ha presentato un ennesimo esposto alla Procura della Repubblica ed agli assessorati della Regione per ricordare che un anno fa è stata inoltrata la nota in cui si sottolinea nonostante gli obblighi di legge e di buon senso, è rimasta lettera morta. Ad oggi, infatti, 15 gennaio 2020 fatta eccezione per le sinora vane promesse e l’impegno morale di qualche assessore e del sindaco nulla di concreto è stato fatto per la popolazione gelese con disabilità e per i loro familiari. A ciò si aggiunga l’allarmante nota inoltrata dall’associazione H ONLUS in ordine a sperperi di certa malasanità che serpeggia a danno di molti disabili ed anziani non autosufficienti che si vedono mortificare e sfruttare dai non tanto nuovi “Baroni della sanità privata” che in maniera spudorata stanno monopolizzando i gangli più delicati della salute pubblica acquisendo il controllo, in modo non più tanto subdolo perfino di strutture pubbliche, comunità terapeutiche assistite, RSA, centri socio assistenziali quali case famiglia, Comunità alloggio e quant’altro competerebbe a comuni e alle aziende sanitarie locali che con certa compiacenza continuano ad ignorare di essere i veri gestori della cosa pubblica macchinando operazioni assai DISCUTIBILI tanto sul profilo morale che su quello giuridico-amministrativo e ciò, tocca constatare, con estrema amarezza e stupore, nonostante regione ed assessorati competenti stiano a guardare con un non troppo velato senso di impotenza. Fa specie constatare che oltre agli abusi di legge e di pudore tale impotenza non fa altro che incrementare la crescente sfiducia verso le istituzioni le quali per mission oltre che per dettato costituzionale dovrebbero “… rimuovere gli ostacoli di ordine economico, sociale e politico che di fatto limitano la libertà e il pieno sviluppo della persona umana …” e della sua dignità. Lo Stato e con esso le istituzioni anche religiose muoiono, infatti, ogni qualvolta, si negano i diritti fondamentali a danno dei più deboli e/o si resta inermi di fronte a certe discutibili operazioni di speculazione finanziaria. L’amara constatazione nasce dalla consapevolezza e dalla constatazione che a distanza di oltre un anno continuiamo ad assistere passivamente al dilagare di un diffuso e denunciato malcostume nonostante precise denunce, alle quali nessuno sente il diritto dovere di dar voce accertando direttamente e\o controllando come il denaro pubblico venga speso, specialmente nel campo della salute, evitando che sulla pelle di anziani e disabili continuino sperperi e guadagni illeciti. Non si riesce più a distinguere, quasi in una sottile linea grigia, chi sia il controllato e chi il controllore atteso che in molte gestioni affidate dal pubblico ai privati emergono interessi più o meno nitidi di funzionari ed addetti che da una posizione non certo imparziale si trovano sovente in situazioni di potenziale conflitto d’interessi anche a causa della presenza di parenti stretti impiegati all’interno di pseudo organizzazioni sociali e\o sanitarie. 3 3 A ciò si aggiunga l’inedia di molti uffici i quali depennano servizi obbligatori ed essenziali per centinaia di cittadini, noncuranti delle leggi e dei bisogni delle categorie più deboli. È difatti di pochi giorni fa la notizia del sequestro di alcune navi della società Caronte & Tourist la quale, asseritamente avrebbe percepito somme per un servizio di navigazione senza fornire tuttavia mezzi adeguati al trasporto delle persone con ridotta mobilità. Situazioni analoghe sul nostro territorio, tuttavia destano meno clamore e rilevanza, dal momento che da quasi due anni le associazioni e la Consulta Gelese per la Disabilità continuano incessantemente a denunciare la sospensione del servizio di trasporto pubblico “c.d. speciale”, nonostante l’ordinario ed in concessione servizio di trasporto pubblico locale sia funzionalmente inidoneo a garantire la fruibilità da parte di persone con ridotta mobilità e, ciò nonostante la Regione ed il Comune rilascino apposito tesserino dedicato alle persone con disabilità affinché queste ultime possano liberamente e gratuitamente accedere al trasporto pubblico locale. Non meno scandalosa la cessione operata da un noto sacerdote locale delle strutture, del personale e dei pazienti dell’IPAB di Gela “Antonietta Aldisio” ad una società privata, la quale noncurante degli obblighi morali e giuridici nei confronti dei propri assistiti decide unilateralmente di aumentare i profitti decurtando i servizi e ciò sempre e solo in danno e sulle spalle dei più fragili ed indifesi, ovvero i nostri anziani o la paventata ed alquanto dubbia cessione di locali comunali sempre in danno dei più fragili e deboli. Tali violazioni, tali diritti negati e l’assordante silenzio delle istituzioni in una città già zeppa di problemi come Gela, non fanno altro che alimentare la sfiducia e l’indignazione dei cittadini verso le istituzioni ritenute inadeguate ad assicurare anche i più elementari e necessari servizi nei confronti dei cittadini più deboli e sfortunati, gli stessi verso i quali la nostra Costituzione sancisce il principio secondo cui fondamento della Repubblica è “… l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale …” in mancanza dei quali, per citare Piero Calamandrei, la nostra Repubblica non potrà chiamarsi democratica poichè basata solo su una democrazia meramente formale inadeguata, pertanto, ad assicurare idonee soluzioni ai cittadini più vulnerabili. Scusandoci anticipatamente, nella denegata e non temuta ipotesi in cui abbiamo tediato gli intestatari destinatari si comunica altresì che la scrivente Consulta Gelese per la Disabilità si riserva di produrre alle intestate Procure copia della documentazione in proprio possesso.

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