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Pd-M5S, ora le liti aumenteranno. Il voto non blinda il governo. Anzi…

 

“Si tratta di dare più slancio all’azione del governo”. Con queste parole il vice-segretario del Partito Democratico Andrea Orlando, interpellato da Affaritaliani.it, declina il messaggio che arriva dal Nazareno all’indomani dell’esito delle elezioni regionali di domenica scorsa. Alle parole di Vito Crimi (‘I rapporti di forza non cambiano’), Orlando replica: “E infatti non devono cambiare”. Alla domanda se l’azione di governo dovrà ora cambiare rispettando maggiormente le richieste del Pd dopo i risultati elettorali, il vice-segretario Dem risponde: “Rispetto a quelli che sono gli impegni assunti complessivamente nell’accordo di agosto“.

Buoni propositi, espressi anche dal premier Giuseppe Conte, per cercare di ricompattare la maggioranza ora che è stata disinnescata la mina della possibile sconfitta Dem nella rossa Emilia Romagna. In realtà gli auspici rischiano di restare sulla carta. Come ha spiegato bene un report di Swg circa due terzi degli elettori che alle Europee del 2019 avevano votato per i 5 Stelle in Calabria e in Emilia Romagna si sono spostati sul Pd. Segno soprattutto di un appiattimento dei pentastellati sulle posizioni del Nazareno. E l’unico modo che hanno i grillini per risalire la china – e infatti Crimi non ha usato parole morbide – è quello di cercare di differenziarsi e di rilanciare sugli storici cavalli di battaglia del Movimento. Inevitabile, stando a quanto spiegano sia parlamentari Dem che M5S, che si vada incontro nelle prossime settimane e nei prossimi mesi a nuove fibrillazioni nel governo.

 

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