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Coronavirus: la testimonianza di un’insegnante gelese a Torino

I governatori di Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Trentino hanno scritto una lettera comune al Ministero della Sanità chiedendo che il periodo di isolamento previsto per chi rientra dalla Cina sia applicato anche ai bambini che frequentano le scuole. “Non c’è nessuna volontà di contrapposizioni politiche, né tanto meno di ghettizzare: vogliamo solo dare una risposta all’ansia dei tanti genitori visto che la circolare non prevede misure in tal senso”, dice il Presidente del Veneto, Luca Zaia.  Prende la parola la ministra all’Istruzione Lucia Azzolina. «C’è una circolare del ministero della Salute che spiega tutti i casi punto per punto. Io mi sento di tranquillizzare gli studenti e le famiglie: la scuola resta un luogo di inclusione per cui se non ci sono situazioni come quelle che qualcuno ha descritto a scuola si va». Così la ministra all’Istruzione Lucia Azzolina sulla richiesta di quattro Regioni del Nord di applicare l’isolamento per gli studenti che rientrano dalla Cina. «Non abbiamo un’emergenza per le scuole», dice a seguito di un incontro a Torino.

A Torino presta servizio un’insegnante di Gela che ci riferisce la sua testimonianza: “La mia scuola è vicina al quartiere Chinatown, molto grande e popoloso in questa città – racconta la giovane prof.ssa Stefania – e, nonostante il panico che si è diffuso negli ultimi giorni, nulla è cambiato nella erogazione del servizio scolastico. I nostri alunni, alcuni dei quali originari della Cina, ma residenti a Torino e senza contatti con i cinesi indigeni, frequentano regolarmente le lezioni. Del resto il blocco delle comunicazioni da e verso la Cina, in questo momento, non lascia posto a preoccupazioni di sorta. La mia dirigente non ha intrapreso provvedimenti particolari se non quello di raccomandare l’assoluta igiene, quindi lavare le mani con frequenza, evitare di bere in bottiglie o bicchieri scambiati fra ragazzi o ancora mangiare cibi selezionati ed evitare di assaggiare quelli degli altri; non andare a scuola se influenzati; evitare di starnutire senza proteggersi. Insomma tutto quello che può servire a preservarsi ed a proteggere l’ambiente circostante”.  A Torino non ci sono casi di coronavirus e l’allarme si sta ridimensionando, nonostante i due cinesi ricoverati a Roma siano ancora in prognosi riservata.

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