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Coronavirus: chef, così cambierà la ristorazione dopo pandemia

Meno posti a sedere e più pietanze di asporto dopo quarantena

Per loro la pandemia da coronavirus è stata, usando una metafora, come il cacio sulla pasta con le sarde, un accostamento gastronomico che farebbe inorridire ogni siciliano. “L’emergenza sanitaria è infatti esplosa quando avevamo appena terminato la ristrutturazione del nostro ristorante riaperto a Palermo, insieme al mio socio Gabriele Amato. Dopo l’inaugurazione è arrivata la mazzata della chiusura. Abbiamo fatto un bellissimo lavoro, il problema è che abbiamo investito tutto e ora per rientrare nelle spese dobbiamo attendere tempi migliori”, dice Filippo Ventimiglia, 37 anni chef palermitano. Ma quale sarà il futuro nel campo della ristorazione, terminato questo periodo di “clausura”? “Le misure restrittive sicuramente non termineranno dall’oggi al domani. – risponde lo chef – Io immagino alla ripresa strutture ricettive con un abbattimento dei posti a sede per garantire le distanze tra i commensali. Cambierà anche la manipolazione dei cibi, con delle preparazione eseguite con uso dei guanti e delle mascherine. Sarà utile anche la cucina a vista, ma da noi c’è sempre stata”. Ma non saranno soltanto questi i cambiamenti. “Il tavolo sociale da noi allestito all’ingresso che si sarebbe potuto condividere con altri clienti – aggiunge Ventimiglia – sicuramente non sarà usato per lungo tempo. Ci atterremo inoltre a tutte le regole che ci imporranno i regolamenti sanitari. Per noi è questa una filosofia che abbiamo sempre seguito nel rispetto dei clienti”. Ma nascerà un nuovo modo di preparare i cibi? “Sicuramente – osserva lo chef – In questo periodo di stallo molte cucine cambieranno, togliendo molti fronzoli dalle pietanze e si ritornerà a puntare all’essenzialità del gusto, valorizzando gli ingredienti del territorio”. Si sta diffondendo in questo periodo è la consegna dei piatti a domicilio. Una tendenza in aumento? “Il nostro tipo di ristorazione non è molto adatto alle pietanze da asporto, dovremo però adeguarci a queste richieste come stanno facendo anche ristoranti stellati Michelin”. Nel mondo della ristorazione dunque sta per arrivare una sorta di cambiamento epocale? “Nella prima fase che riguarderà la riapertura dei locali tutto dovrà mutare per rispettare le distanze tra le persone e ciò porterà anche alla riduzione dei coperti. – sostiene Fabrizio Carrera, direttore del giornale on line cronachedigusto.it – Inoltre, come ho sentito dire da alcuni imprenditori, per uscire dalla crisi bisognerà inventarsi un servizio di asporto delle specialità, gradevole, efficace e sicuro perché la gente avrà sempre voglia di assaporare cibi buoni. Il futuro sarà insomma tutto da riscrivere e servirà molto una cura del marketing e delle immagine diversa avendo all’orizzonte alla normalità”.(ANSA).

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