Gela – “Contrastare il lavoro nero, sommerso, illegale, è possibile”. Per raggiungere questo obiettivo si è svolto ieri presso la Prefettura di Caltanissetta un incontro richiesto dai vertici della CGIL che due settimane fa hanno realizzato e resa pubblica attraverso il volantinaggio, una ricerca sullo stato delle imprese in provincia di Caltanissetta, i vari settori merceologici, l’esposizione al lavoro illegale nel settore commercio, terziario e non solo, la presenza di Ispettori del lavoro presso l’inps, l’inail e l’ispettorato del lavoro di Caltanissetta. Abbiamo voluto consegnare la nostra ricerca al Prefetto Sua Eccellenza Cosima Di Stani con la quale ieri abbiamo interloquito e che pubblicamente intendiamo ringraziare per tutto ciò che farà nei prossimi giorni, nella consapevolezza che il lavoro nero non si elimina per legge ma si contrasta attraverso una rinnovata e leale cultura del lavoro da parte delle imprese piccole, medie e grandi, ad affermarlo con forza è Ignazio Giudice Segretario Generale Provinciale CGIL che ha guidato la delegazione composta da Rosanna Moncada Segretario Generale FP CGIL e due componenti della segreteria confederale Franco Cosca e Giuseppe Randazzo tra l’altro alla guida di due categorie che da decenni denunciano il lavoro irregolare, cioè la Fillea (settore edile) e la Flai (settore agroindustriale). “Per tutti noi – affermano i dirigenti della CGIL – è stato un momento istituzionale importante, di crescita umana e sindacale perchè attivare nuove tutele a favore del mondo del lavoro significa contribuire alla crescita sana del territorio, liberarlo dalla mafia e da altre forme di illegalità. Intendiamo produrre un lavoro condiviso con gli altri sindacati confederali, le associazioni DATORIALI, gli ordini professionali e gli enti ispettivi di Stato perchè se è vero che lo Stato siamo tutti noi da noi deve arrivare una leale e autorevole proposta di cambiamento. Al Prefetto Di Stani abbiamo detto come la pensiamo e siamo certi che nelle prossime settimane il lavoro auspicato inizierà a vedere i primi passi attraverso proposte concrete e percorribili, solo così ognuno di noi può essere coerente con il proprio ruolo sociale per una nuova visione della società, ricca di nuovi “testimoni della pratica del cambiamento” e meno “predicatori parolai” perchè per troppi anni i “PREDICATORI DI Legalità” hanno solo realizzato inutili convegni privi di uno studio specifico sul fenomeno!”
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