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Commemorazione dei defunti e dei caduti in guerra

Gela – Si rinnova la tradizione. Stamani la bella giornata ha favorito i riti della commemorazione dei defunti. Il corteo verso l’altare del cimitero monumentale è partito alle 9 e di seguito la celebrazione della messa e dell’omaggio ai militari che hanno speso la loro vita in onore della patria, il cui ideale si è affievolito in meno di un secolo di storia. L’amministrazione comunale ed il sindaco hanno reso omaggio ai caduti in guerra che riposano nell’altare che domina il viale principale del cimitero di Largo San Biagio. E’ un modo per rendere omaggio a tutti i defunti della città in occasione del giorno della loro commemorazione

L’atto di commemorare i defunti in suffragio ha origine da un rito bizantino, per il quale il sabato prima della domenica di Sessagesima (la domenica che precede di due settimane l’inizio della Quaresima) venivano celebrati, appunto, tutti i morti. Tuttavia, questo rito veniva praticato in un periodo di tempo compreso tra la fine di gennaio e il mese di febbraio, e quindi lontano dal nostro 2 novembre.

E allora come siamo arrivati a festeggiare il giorno dei morti all’inizio di novembre? In Francia,  nell’abbazia di Cluny nella regione storica della Borgogna. Qui viveva il benedettino sant’Odilone (961-1049), quinto abate di Cluny e ideatore della riforma cluniacense, con la quale venne stabilito tra le altre cose che per celebrare i defunti le campane dell’abbazia dovevano suonare con dei rintocchi funebri appena dopo i vespri del primo novembre. Non solo: infatti, si decise inoltre che il 2 novembre l’eucaristia sarebbe stata offerta “pro requie omnium defunctorum”, ossia in memoria di tutti i defunti.

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