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Cinquanta anni fa l’omicidio del commissario Luigi Calabresi

Oggi ricorre il cinquantesimo anniversario della morte del commissario Luigi Calabresi, freddato a colpi di pistola da un commando davanti alla sua casa.

Per il suo omicidio è stato condannato come mandante Giorgio Pietrostefani, tra gli ex terroristi arrestati in Francia.

Un anno fa, in occasione del 49mo anniversario della morte, il figlio del commissario, il giornalista Mario Calabresi pubblicò una lunga intervista alla mamma Gemma Capra.

“Ogni 17 maggio alle nove e un quarto, io guardo l’ora e dico ‘ecco, adesso'”. “Adesso esce di casa, adesso lo uccidono – continua -. Credo di non aver saltato mai neanche un anno, di stare lì  ad aspettare quell’attimo. E per il resto, sì , ho preso le distanze perché  io sono convinta che la memoria sia molto importante ma la memoria non è  statica. La memoria ha le gambe, deve camminare e quindi dobbiamo farlo vivere nel presente ricordando il suo humor, i suoi scherzi. Perché era proprio un romano pieno di vita. E i suoi esempi, le sue testimonianze, le sue passioni. Ecco, questa é  la memoria portata nella vita di ogni giorno. Ma senza stare fermo a quel giorno, o a quello che ci hanno fatto perché  altrimenti non ne esci più “.

IL MESSAGGIO DI MATTARELLA – “Sono trascorsi cinquant’anni dal criminale agguato terroristico che stroncò la vita del Commissario Luigi Calabresi, servitore dello Stato democratico fino al sacrificio. La Repubblica non dimentica i suoi caduti. La memoria è parte delle nostre radici ed è ragione e forza per le sfide dell’oggi. In figure come il Commissario Calabresi sono testimoniati valori che consentono all’intera comunità di progredire, di trovare l’unità necessaria nei momenti più difficili, di sentirsi responsabile verso le nuove generazioni”. Lo afferma il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

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