Cronaca

“Se i quadri…..” Il sindaco difende l’indifendibile

Nella giornata di ieri il Sindaco e la sua giunta ha emanato un comunicato in cui attaccava i cittadini e in particolare noi di “Se i quadri potessero parlare gelesi” riguardo a quello che è stato scritto su Facebook, (questione multa Morselli)
Una presa di posizione, per noi inaspettata da parte del sindaco della “tolleranza zero”, verso coloro che sporcano in modo incivile il nostro meraviglioso territorio.

Da cittadini ci sentiamo molto delusi, poiché dopo giorni di assordante silenzio,  il primo cittadino comunica alla città il suo pensiero e della sua amministrazione, cercando di difendere l’indifendibile, scagliandosi contro di noi, come fossimo un nemico al fine di consentirgli di uscire dall’imbarazzante situazione facendo del vittimismo.

Dietro “Se i quadri potessero parlare gelese” ci sono ragazzi e ragazze che amano la loro terra e
hanno sempre promosso iniziative atte a renderla un posto migliore, non ultima quella relativa alla Torre di Manfria.

Malgrado questo veniamo accusati di essere vicini ad alcune partiti politici e di scatenare l’indignazione ad orologeria.

Niente di più falso, chi segue la pagina sa benissimo che non facciamo e non abbiamo mai fatto sconti a nessuno, la forza di “se i quadri potessero parlare gelese” è proprio quella di aver messo insieme gente con idee politiche differenti con lo scopo di risultare sempre  plurale.

Nella fattispecie il Sindaco ci rimprovera di non aver mai sollevato questo clamore davanti ad  eventi giudiziari. Questa per noi non è una offesa, anzi, al contrario, questo riconoscimento ci rende orgogliosi, perché a differenza del nostro caro sindaco che è anche avvocato, sappiamo che per la giurisprudenza, un imputato è innocente fino a condanna. Inoltre, avendo piena fiducia nella giustizia, poniamo nella sua istituzione il senso di protezione che ogni cittadino per bene vuole che  venga applicato.

Se c’è una parte in cui noi stiamo è quella dei cittadini  e non di un’altra Gela rispetto a quella che il Sindaco e il consigliere Romina Morselli stanno rappresentando.

Una Gela che non vuole piegarsi all’arroganza e alla spocchia di prepotenti e incivili.Una Gela che reputa un gesto sbagliato anche quando quel gesto viene fatto da un parente o un amico. Adesso, questa vicenda non è più una questione di satira, è una battaglia di civiltà e di dignità di un popolo, che vuole vivere con lo stesso decoro con cui vivono gli altri cittadini italiani.
Ma il Sindaco non è  il rappresentante di tutti i cittadini? C’è ancora in tempo per tornare sui suoi passi.

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