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Caos mascherine, facciamo chiarezza: le mascherine chirurgiche proteggono?

Gela – Lo scorso 26 Aprile il Governo Conte ha deciso di imporre il prezzo di 50 centesimi di Euro (+ Iva al 22%) alle mascherine chirurgiche in vendita in Italia, con una decisione controversa sul piano giuridico, ma condivisibile in linea di principio sul piano etico.

La decisione del Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte – attraverso l’Alto Commissario per l’Emergenza Covid-19 – ha causato polemiche, che avranno ripercussioni in sedi diverse da quella politica, ma per quanto ci riguarda l’uso delle mascherine va anzitutto analizzato in termini di analisi costo/beneficio, partendo da un quesito essenziale: le mascherine chirurgiche proteggono? E chi proteggono?

Ci interessa quindi capire in termini di efficacia l’utilità delle differenti tipologie di mascherine in funzione dell’uso che se ne fa. Non tutte le mascherine, infatti proteggono allo stesso modo.

Anzitutto possiamo ricordare senza dubbio che:

  1. le mascherine di tipo chirurgico proteggono gli altri dalle secrezioni di chi le indossa e non viceversa;
  2. quelle filtranti (FFP2, FFP3, con le dovute differenze) invece agiscono al contrario: proteggono chi le indossa da agenti esterni pericolosi, virus e non solo.

Vi sono poi le cosiddette “Mascherine semplici” (o mascherine di protezione), che hanno una finalità prevalentemente igienica e sono adottate in alcuni contesti aziendali/industriali in cui non sono richiesti dispositivi di tipo sanitario. Queste mascherine possono non necessitare di marchiatura CE, pur rispettando le norme di costruzione, avendo le caratteristiche tecniche definite in un’apposita scheda dal produttore e una scheda di sicurezza per il materiale adottato: l’unico motivo perché le si dichiari non conformi alle norme sulla sicurezza è l’inidoneità del materiale con cui sono prodotte.

Venendo alle due tipologie principali – mascherine chirurgiche e mascherine filtranti – possiamo ricordare le caratteristiche essenziali.

MASCHERINE CHIRURGICHE

La Mascherine Chirurgiche sono per uso medico. Di forma rettangolare, sono prodotte in tre strati di tessuto-non-tessuto plissettato e si indossano sul volto grazie a un nasello, a elastici o a lacci. Le Mascherine Chirurgiche devono rispettare alcuni requisiti tecnici e devono passare alcuni test specifici, previsti per verificare che la mascherina blocchi le goccioline di saliva o di liquidi organici delle vie respiratorie (i cosiddetti droplets) contaminate da virus o batteri. Devono avere il marchio di certificazione CE, anche se il Decreto Cura Italia (D.L. 18/2020) ha previsto deroghe temporanee alla normativa generale, in modo da consentire la produzione nazionale di questo tipo di mascherine e di superare la penuria delle stesse in Italia.

Al momento, con l’Emergenza Covid-19 in corso, seppure in via di superamento, la vendita di queste mascherine è legale, anche nelle farmacie, purché i produttori ne autocertifichino la congruità in termini di materiali utilizzati (con relativa scheda tecnica e di sicurezza), pur non avendo seguito l’iter ufficiale previsto dalla normativa generale in forza del D.L. 18/2020. La norma generale infatti prevede che il produttore comunichi all’Istituto Superiore di Sanità (ISS) la scheda tecnica, la scheda di sicurezza e la richiesta di certificazione del prodotto, entro tre giorni dall’avvio della produzione: l’ISS a propria volta ha tre giorni di tempo per negare con decisione motivata la certificazione o per dichiararla.

In ogni caso, le Mascherine Chirurgiche non proteggono chi le indossa, ma le altre persone, e vanno sostituite ogni 3/4 ore (in funzione dell’uso che se ne fa).

MASCHERINE FILTRANTI

Le Maschere filtranti, dette anche filtranti facciali per la protezione individuale (da cui l’acronimo FFP, Filtering Face Piece), si chiamano così perché sono realizzate in modo tale da poter bloccare il passaggio di particelle di dimensioni estremamente piccole, dell’ordine di mezzo micron, impedendo a chi le porta di inalarle.

Sono dispositivi che bloccano a tutti gli effetti eventuali aerosol infetti da virus, ma anche fumi pericolosi, fibre e polveri.

Le mascherine filtranti facciali FFP sono veri e propri dispositivi di protezione individuale e infatti devono rispettare una normativa rigorosa.

Queste mascherine hanno l’obbligo di marcatura CE e di riportare oltre al maschio CE anche il codice di quattro cifre che individua l’ente notificatore.

L’efficacia filtrante viene indicata con le sigle da P1 a P3 a seconda della capacità crescente di protezione.

In ambito sanitario vengono usate le FFP2 e 3, che hanno un’efficacia filtrante rispettivamente del 94% e del 99% e sono le più indicate per bloccare i virus.

La capacità filtrante della mascherina è però determinata dal fattore tempo: dopo qualche ora di utilizzo, per effetto dell’umidità e dei fattori ambientali, il tessuto filtrante perde parte della propria efficacia, anche se non del tutto.

Se sono monouso – ossia non lavabili e riutilizzabili – queste maschere vanno gettate dopo un turno di utilizzo o dopo un determinato numero di ore. Questi dispositivi possono avere anche una valvola di espirazione (che rende più facile la respirazione, soprattutto in ambito medico). Quelle con filtro proteggono chi le indossa, ma non viceversa, perché l’esalazione non è filtrata. Per questo motivo le maschere filtranti facciali con valvola sono da destinarsi all’uso sanitario nei reparti dove sono ricoverati casi infetti per la protezione degli operatori. Le Filtering Face Piece possiamo riassumerle secondo la tabella sottostante.

Abbiamo accennato alle alla normativa generale, previste dal Decreto Legge n. 18 del 2020.

Anche in farmacia si trovano tantissimi prodotti, principalmente di tessuto sintetico, cotone o multistrato, che si propongono come barriera “filtrante” o “contro il coronavirus”, ma che non hanno alcuna certificazione rispetto a questa efficaci

Per questo, è importante che chi le acquista sappia trattarsi di valide barriere, poste all’ingresso delle vie respiratorie superiori (bocca e naso), utilissime per bloccare i droplets sia verso l’esterno che verso l’interno.

Sono una barriera fisica elementare, un prodotto complementare alla buona pratica della distanza che si deve tenere da una persona all’altra, almeno finché la popolazione non avrà sviluppato la cosiddetta immunità di gregge, che renderà resistente quasi tutti al virus.

Per fare un conteggio economico comparato tra mascherine chirurgiche e le mascherine in vendita presso la Farmacia Cipolla di Gela, partiamo da un dato noto: il costo di € 0,50+Iva22% a mascherina, per quelle di tipo chirurgico (ossia € 0,61 iva inclusa), imposto dal Governo.

Premesso sempre che la mascherine chirurgica non protegge chi la indossa, ma gli altri da chi la indossa, una persona che utilizzasse la mascherina chirurgica sei ore al giorno, fuori casa, necessiterebbe di almeno due mascherine: € 0,61 x 2 = € 1,22 (un Euro e 22 centesimi). Ogni sette giorni sarebbero necessarie almeno 14 mascherine, facendo lievitare il prezzo a 8,54 (0,61 x 14).

Le nostre mascherine in TNT (Tessuto Non Tessuto) – tecnicamente delle BFE, Bacterial Filtration Efficiency 3 micrometer, secondo la specifica EN 14683 – costano € 3,90 la confezione di tre mascherine. Queste mascherine sono lavabili almeno 6 volte, secondo il produttore che vuole mantenersi in un recinto ampio di sicurezza, lavandole in acqua tiepida e sciacquandole velocemente. Se ne deduce che una mascherina del costo individuale di € 1,30 (Iva inclusa) può durare con buona probabilità almeno sei/sette giorni. La convenienza è presto individuabile, rispetto alle mascherine usa e getta di tipo ‘chirurgico’.

Il lettore che è arrivato fin qui a leggere l’articolo, merita un premio: presentando il codice sconto FarmCipMaskLG001, si avrà diritto a uno sconto di € 0,40 a confezione delle mascherine in vendita, che quindi saranno vendute a € 3,50 (Iva inclusa) a confezione invece di e 3,90 (Iva inclusa).

© RIPRODUZIONE RISERVATA, PUBBLICATA PER GENTILE CONCESSIONE DI FARMACIA CIPOLLA GELA

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